Udinese: stadio Friuli e contenziosi. Inizia la partita politica sul "tabula rasa" di De Toni

L'ex assessore Laudicina: "L'Avvocatura aveva consigliato di agire giudizialmente. Il dirigente ora dovrebbe smentirsi"

Sabato 17 Giugno 2023 di Camilla De Mori
Udinese: stadio Friuli e contenziosi. Inizia la partita politica sul "tabula rasa" di De Toni

UDINE - Alberto Felice De Toni punta a far "pace" (metaforicamente parlando, s'intende) con l'Udinese, ponendo fine una volta per tutte ai contenziosi ancora in piedi su più fronti, dall'entità della tassa rifiuti ai lavori fatti allo stadio Friuli.

De Toni, infatti, ha detto chiaramente che è interesse della sua amministrazione risolvere i contrasti con la società, «fare tabula rasa e ricominciare da zero in maniera propositiva i rapporti con l'Udinese». Una delle possibilità, esplorate dal delegato in pectore Pierenrico Scalettaris assieme all'avvocato comunale Giangiacomo Martinuzzi, è quella di «un accordo stragiudiziale», ovviamente nei limiti concessi a un ente pubblico e dettati dalle sentenze definitive.


Critiche

Ma alla minoranza tanta precipitazione non piace affatto. «Cosa vuol dire fare tabula rasa? Rinunciare ai crediti nei confronti dell'Udinese, tra canoni di affitto non pagati, Tari e lavori non realizzati? E comunque non decide il sindaco in autonomia, che deve avere un parere positivo da parte degli uffici, che in questi anni hanno sempre segnalato inadempienze da parte dell'Udinese», sbotta l'ex primo cittadino Pietro Fontanini. A rincarare la dose è l'ex assessora Francesca Laudicina, che conosce bene le carte - avendo frequentato i piani alti del Palazzo per 5 anni - e non è tenera con il sindaco in carica: «De Toni - dice la consigliera leghista - è abituato a gestire società private dove gli amministratori possono decidere anche di rinunciare a crediti certi. Il Comune è una cosa diversa, la decisione spetta al Consiglio comunale non certo al sindaco e deve avere il parere del Collegio dei revisori dei conti, naturalmente ci deve essere una relazione motivata dell'Avvocatura sulla convenienza e sull'opportunità di transare le varie cause. Oggi questo lo vedo difficile visto che il dirigente avvocato Martinuzzi aveva consigliato la precedente amministrazione di procedere giudizialmente. Vorrebbe dire che il dirigente deve smentire se stesso».
In verità l'ex vicesindaco Loris Michelini (Identità civica) rammenta che anche la precedente giunta aveva provato ad azzerare tutto, di buon principio, ma non era andata. «Quando siamo arrivati, si era detto di provare a risolvere i contenziosi con l'Udinese per cercare di azzerare tutto quello che poteva esserci e andare avanti sul progetto dello stadio 2.0. Ma poi abbiamo dovuto fermarci». Michelini ricorda, infatti, da un lato «i rilievi dell'Anac, a cui sia il Comune sia l'Udinese avevano risposto» e dall'altro il fatto che «di mezzo si era messo anche il contenzioso sull'insegna». E così niente pace fatta. De Toni fa bene a cercare di fare tabula rasa sui contenziosi per ripartire sullo stadio 2.0? «L'importante è che le cose vengano fatte in modo che non ci siano problemi. Non si possono avere contrasti con l'Udinese, i contenziosi vanno risolti e azzerati, ovviamente se si trovano delle soluzioni», dice Michelini. Per Luca Vidoni (FdI) sul tema stadio è «fondamentale instaurare un costante e costruttivo dialogo tra il Comune e la società Udinese al fine di individuare soluzioni che siano il più possibile condivisibili per tutti i soggetti interessati e soprattutto nell'interesse pubblico. Nel perseguire questo obiettivo, ribadiamo però che le sentenze già emesse devono essere rispettate da entrambe le parti. Per noi è e sarà sempre Stadio Friuli».

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