​Analizzato il Dna dei suini preistorici:
scoperta la loro diffusione in Europa

Sabato 21 Novembre 2015 di Paola Treppo
​Analizzato il Dna dei suini preistorici: scoperta la loro diffusione in Europa
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VALLI DEL NATISONE (Udine) - I suini addomesticati non sono arrivati in Europa dal Vicino e Medio Oriente, come si credeva fino a ora: potrebbero essere stati presenti nel vecchio continente ben 2000 anni prima. La scoperta, pubblicata questo mese di novembre sulla rivista internazionale Scientific Reports, del gruppo editoriale Nature Publishing group, parte proprio dal Friuli dove sono state condotte delle ricerche su numerosi campioni faunistici provenienti da un sito preistorico pluristratificato, il Riparo di Biarzo, nelle Valli del Natisone.

Il sito, scavato molti anni fa dall’Università di Ferrara e dal Museo friulano di storia naturale di Udine, è stato sottoposto negli ultimi anni a numerosi approfondimenti che hanno permesso di chiarire molti punti della preistoria del territorio friulano e non solo.

Col Riparo di Biarzo, per la prima volta è stato possibile analizzare alcuni campioni di suini antichi provenienti da un unico sito e da una stratigrafia ininterrotta, che va dal Paleolitico fino al Neolitico, quasi senza soluzione di continuità. Una caratteristica unica per questa ricerca che, utilizzando il Dna mitocondriale, una piccola porzione del genoma che si trova non all’interno del nucleo delle cellule, ma nei mitocondri, ha potuto caratterizzare le sequenze genetiche dei resti di questi suini in una prospettiva esclusivamente diacronica.

Cosa si credeva fino a oggi

In base alle evidenze archeologiche finora note, infatti, la domesticazione dei suini a partire da esemplari selvatici è iniziata nel Vicino Oriente, per poi diffondersi in tutta Europa. A differenza di altri animali domestici, come ad esempio capre e pecore i cui progenitori selvatici sono presenti solo in aree circoscritte del Vicino e Medio Oriente, i suini sono, ed erano, ampiamente diffusi in Europa. Per questo motivo, non si può escludere che anche domesticazioni di suini localizzate in differenti parti d’Europa siano avvenute indipendentemente.

Cosa indica la nuova ricerca

Dall’analisi diacronica effettuata grazie ai campioni di Riparo di Biarzo, si è dimostrato quindi che le sequenze genetiche precedentemente associate all’arrivo durante il Neolitico dei maiali domesticati nel Vicino Oriente, erano in realtà già presenti in Friuli ben più di 2000 anni prima dello sviluppo della cultura neolitica, e che cambiamenti repentini delle caratteristiche genetiche di questi animali possono essere avvenuti nel passato indipendentemente dall’azione dell’uomo. Alla luce di questi dati, la storia delle moderne razze suine europee potrebbe quindi essere semplificata in un continuo processo di domesticazione locale senza la necessità di una brusca e improvvisa introduzione di animali esotici provenienti dal Vicino Oriente.

Chi ha eseguito lo studio

Lo studio genetico dei campioni di cinghiale di riparo Biarzo è stato coordinato da Martina Lari, ricercatore in antropologia presso il Dipartimento di biologia dell’Università di Firenze, e da Giorgio Bertorelle, professore associato di genetica presso il Dipartimento di scienze della vita e biotecnologie dell’Università di Ferrara. Lo studio archeozoologico e tafonomico dell’insieme faunistico di riparo Biarzo è stato coordinato da Matteo Romandini, assegnista di ricerca della Sezione di scienze preistoriche e antropologiche del Dipartimento di studi umanistici dell’Università di Ferrara, e l’inquadramento cronologico culturale dei campioni da Paola Visentini, Sezione paletnologica e antropologica dei Civici Musei del Comune di Udine.

Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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