Verso il via libera al pernottamento nelle seconde case: ecco l'unica concessione possibile

Domenica 10 Maggio 2020 di Marco Agrusti
Il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga
TRIESTE - Ormai c’è poco, pochissimo spazio di manovra. Senza entrare in contrasto con il decreto del governo sul contenimento del contagio, la Regione ha un margine simile a una fessura. Ma intenderà utilizzarlo oggi o al massimo domani. Non si parla più, almeno per le prossime ore, della possibilità di riaprire i negozi già lunedì (non si vuole lo scontro con Roma, quindi si deve attendere il 18 maggio), ma di allentare ancora un po’ i divieti legati alla libertà di movimento delle persone. E l’occhio è caduto sul tema delle seconde case. Oggi i cittadini del Friuli Venezia Giulia, secondo l’ultima ordinanza firmata una settimana fa dal presidente Massimiliano Fedriga, possono sì raggiungere il loro appartamento al mare o la casa in montagna, ma solo per effettuare lavori di pulizia o manutenzioni. Una volta terminate, non possono pernottare nel comune che ospita la seconda casa: devono rientrare verso la propria residenza. Ed ecco il divieto che tra oggi e domani il presidente Fedriga intende allentare. Quando verrà emanato il provvedimento, infatti, cadrà l’obbligo di lasciare la seconda casa per far ritorno alla propria residenza o al proprio domicilio. Di conseguenza, non essendo più vietato fermarsi a dormire in qualsiasi altra proprietà privata, i residenti in regione potranno fermarsi nella seconda casa per quanto tempo vorranno. La modifica annunciata dalla Regione, però, non è ancora in vigore: si attende l’ufficialità della decisione.

LO STRUMENTO
Niente ordinanza. Massimiliano Fedriga non firmerà il documento numero 13 dall’inizio dell’emergenza. Per molti motivi. Ieri, infatti, è andato in scena l’ennesimo confronto tra i presidenti delle Regioni. Sul tavolo, oltre alle richieste legate alla riapertura dei negozi e delle attività di ristorazione, c’era anche la possibilità di regolare - con ordinanze territoriali - la libertà di movimento dei cittadini, cercando per quanto possibile di eliminare ancora qualche restrizione. Ma analizzata la situazione, Fedriga si è accorto che in Fvg lo spazio di manovra è terminato. Ogni altra “concessione” andrebbe in contrasto con le norme di contenimento nazionale, che come ha stabilito ieri il Tar di Catanzaro (Calabria) annullando l’ordinanza regionale che riapriva i bar, spettano solo al presidente del Consiglio. Lo strumento che si utilizzerà in Fvg, quindi, sarà quello delle “faq”, cioè delle risposte alle domande frequenti che - sia a Trieste che a Roma - integrano la lettera dei decreti e delle ordinanze. Nello specifico, l’ordinanza di domenica scorsa non specificava la necessità di lasciare la seconda casa una volta terminati i lavori (ad esempio di manutenzione): il concetto era chiarito proprio nelle “faq”, che si possono cambiare. E così sarà, per dare un altro pizzico di libertà in più ai cittadini del Fvg.

IL BRACCIO DI FERRO
Ieri il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha scritto una lettera al presidente Fedriga, negando definitivamente la possibilità di riaprire il commercio al dettaglio già da domani. Mancano i protocolli di sicurezza. Dalla Regione è arrivata una replica: si contesta al governo il fatto che per riaprire i negozi di abbigliamento per bambini sia stato già utilizzato un decalogo di regole, di fatto applicabile al resto del commercio al dettaglio. Ma è stallo, e il tempo ormai è insufficiente: la partita si sposta tutta sulla data del 18 maggio, quando a riaprire su base regionale potrebbero essere anche parrucchieri, bar, ristoranti ed estetisti.
Ultimo aggiornamento: 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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