La lince Sofia uccisa da un bracconiere in Austria: l'animale "protetto" era stato liberato a marzo nella foresta di Tarvisio

Liberata per la rafforzare la presenza della specie, Isabella Pratesi (Wwf): «È una perdita significativa, ma il progetto non si fermerà»

Sabato 7 Ottobre 2023 di Tiziano Gualtieri
La lince Sofia è stata uccisa da un bracconiere. La conferma arriva dall’autopsia sul corpo dell'animale “protetto”

TARVISIO - Un crimine contro natura. Così Wwf Italia commenta la notizia dell’uccisione, per mano di bracconieri, di Sofia, una delle cinque linci che negli scorsi mesi erano state rilasciate nel Tarvisiano nell’ambito del progetto ULyCA2 (Urgent Lynx Conservation Action) per la conservazione della lince eurasiatica, il mammifero più raro del panorama faunistico nazionale. La conferma che l’animale ritrovato in Austria è Sofia - e che è stata abbattuta da un proiettile sparato da un bracconiere - arriva dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie che ha eseguito l’autopsia in collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Udine e il supporto dell’Istituto Entomologico dell’Università di Padova.


L’UCCISIONE
«Non solo è stato ucciso in maniera barbara e crudele un animale protetto - ha dichiarato Isabella Pratesi, direttrice conservazione Wwf Italia - ma qualcuno ha deliberatamente voluto cancellare un simbolo della natura selvaggia i cui equilibri garantiscono anche la nostra sopravvivenza». Un vero e proprio attacco alla conservazione della specie e un danno all’azione di ricostruzione degli ecosistemi e agli «enormi sforzi per aiutare una specie nei territori che gli appartenevano e da cui è stata in gran parte cacciata, in maniera aggressiva e miope». 


LA STORIA
Nata nel 2017 e catturata nelle montagne del Giura svizzero nell’ottobre 2022, Sofia era stata liberata il 16 marzo scorso durante una delle giornate che il team del Progetto Lince Italia, il Raggruppamento carabinieri Biodiversità e il Corpo Forestale Regionale avevano salutato come un momento storico verso il rafforzamento genetico della specie nelle Alpi sudorientali, un territorio che sta affrontando un momento di particolare sofferenza.

Al pari di Margy, Jago, Talia e Karlo - le altre quattro linci liberate nella Foresta di Tarvisio e coinvolte nel progetto che consenta il ricongiungimento della popolazione alpina con quella dinarica e prevenga così l’estinzione della lince eurasiatica nelle Alpi sudorientali - Sofia era costantemente monitorata attraverso un radiocollare. Dopo aver esplorato il nuovo territorio, due settimane dopo il rilascio era migrata verso nord sconfinando in Austria. Incontrata l’autostrada Villach-Spittal, l’aveva seguita per una decina di chilometri prima di attraversarla scegliendo quindi come “casa” la Carinzia, in un’area compresa tra Villaco, Feistritz e Bad Kleinkirchheim, a circa 40 km. dal luogo del rilascio.


CONDANNA UNANIME
La condanna per l’uccisione di Sofia è stata unanime e ha visto schierarsi fermamente contro questo atto tutti i partner coinvolti nel progetto: dai Carabinieri Forestali al team del Progetto Lince Italia, dal Wwf alla Cabina di Regia Lince e Caccia, compresa una federazione di associazioni di cacciatori del Friuli. Pratesi rileva come il progetto di reintroduzione delle linci sulle Alpi Orientali rappresenti un primo importante passo verso un diverso atteggiamento dell’uomo verso la natura: non distruggere, ma ricostruire. «Il bracconiere che ha compiuto questo gesto ha colpito un importante progetto, che aveva visto la collaborazione di tutti gli attori locali per riportare questo magnifico e importante animale nelle Alpi orientali».


NESSUNO STOP
Il Wwf ribadendo che l’uccisione anche di una sola lince rappresenta una grave perdita economica, conferma che il programma non subirà alcuna battuta d’arresto. «Non sarà il piombo di un criminale a fermare il futuro della lince sulle Alpi - aggiunge Gianluca Catullo, responsabile specie e habitat del Wwf Italia -. Il rafforzamento della popolazione di lince nelle Alpi è un obiettivo troppo importante e per attuarlo serve la collaborazione a tutti i livelli». Una collaborazione che, evidentemente, qualcuno non ha ancora ben compreso, oppure - ancora più grave - non condivide. 

Ultimo aggiornamento: 17:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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