Rotta balcanica, allarme migranti: ingressi raddoppiati in 2 mesi. Entrano da Trieste, Gorizia, Tarvisio. Il Fvg: «Croazia assente»

Lunedì 13 Marzo 2023 di Loris Del Frate
foto di repertorio

TRIESTE - C'è un'altra emergenza migranti oltre a quella che sta flagellando il mar Mediterraneo e si trova a Est della Penisola. È la rotta balcanica che anno dopo anno è diventa una delle porte di accesso più battute per entrare in Europa e in particolare in Italia.

I numeri si impennano mese dopo mese. Afghani, pachistani, turchi (curdi in particolare), ma anche somali, marocchini e bengalesi. Il dato che ha fatto alzare le antenne all'assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, è quello registrato il 10 di marzo: quasi 2.400 migranti entrati in Friuli Venezia Giulia dal Carso triestino, dalle colline goriziane, dalla montagna tarvisiana e dalle valli del Natisone.


I NUMERI
Duemilaquattrocento. Detto così significa poco, ma se quel numero lo si paragona agli accessi del 2022 nello stesso periodo, allora la spia rossa si accende subito. Già, perché allora erano stati poco meno di novecento. Più del doppio, insomma, in pieno inverno. E il 2022 con quasi 14mila ingressi era stato l'anno del record assoluto di entrate clandestine.
Facile capire perché l'assessore alla Sicurezza, Roberti, parla di "rischio grosso" se non si corre ai ripari. «Anche perché - spiega - quello che in questo momento preoccupa potrebbe concretizzarsi alla fine del mese quando, con il bel tempo costante, la grande massa di persone che ora sono bloccate in Turchia nelle zone sconvolte dal grande sisma di febbraio, potranno partire. Prenderanno la rotta balcanica, quella che gli si para davanti agli occhi. Se non troveranno un filtro in Croazia e in Slovenia, cosa che sino ad ora non abbiamo visto, allora è evidente che il Friuli non sarà più in grado di accogliere. Siamo già al limite della capienza, poi andremo ben oltre le possibilità».


I CONFINI
Ora che la Croazia ha alzato a tutti gli effetti il vessillo dell'Unione europea, dovrebbe essere il primo Paese di accoglienza dei migranti della rotta balcanica. In pratica dovrebbe fare quello che fa l'Italia per chi arriva sui barconi: accoglierli, identificarli, sistemarli nei centri di accoglienza, vedere chi ha i requisiti per il riconoscimento di profugo e respingere gli altri nei Paesi di provenienza. «In realtà - spinge l'assessore - la Croazia non sta facendo assolutamente la sua parte. Non svolge il ruolo di filtro, passano praticamente tutti da quel confine. Quando non era ancora interamente nella Ue, quell'atteggiamento, pur discutibile, si poteva comunque capire, ora una cosa del genere non è più tollerabile. Per questo il nostro Governo deve per forza mettere in campo una serie di atti che portino a una stretta collaborazione con la Croazia e la Slovenia, altro Stato che ci "sente poco" su questa questione».
Morale della favola: i migranti della rotta balcanica arrivano tutti in regione. Anche se la maggioranza di loro vorrebbe solo attraversare il Friuli Venezia Giulia per andare in altri Paesi, in realtà solo una piccola parte ce la fa. «In questa maniera - spiega ancora Roberti - mettiamo a rischio l'accoglienza anche di chi ha i requisiti per lo status. In ogni caso se dobbiamo restare primo Paese di accoglienza è impensabile gestire la sistemazione diffusa. Possiamo avere un hot spot di passaggio per alcuni giorni e poi trasferimenti in alte zone d'Italia. Chi non ha requisiti, va respinto subito».


I PASSEUR
Sulle montagne, ovviamente, non ci sono gli scafisti. I migranti irregolari in regione ci arrivano con i passeur, stipati dentro i camion, senza aria, senza acqua, oppure con mezzi di fortuna o con scarpe da ginnastica lungo i passi di montagna. Muoiono anche lungo la rotta balcanica. Per questo avranno lo stesso trattamento penale degli scafisti. Parola di ministro. «La battaglia che il Governo ha intrapreso con gli scafisti si applica in senso ampio anche a chi favorisce l'immigrazione clandestina per altre vie - dice il ministro Luca Ciriani -. Siamo intenzionati a contrastare gli ingressi irregolari nel nostro Paese e questo vale anche per chi predilige la rotta balcanica che investe in primo luogo il Friuli Venezia Giulia. Abbiamo discusso della rotta balcanica, che è sempre più battuta, nell'ultimo Consiglio dei ministri. È fondamentale che anche per questa vi sia un approccio europeo».
 

Ultimo aggiornamento: 16:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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