Test sulle abitudini degli ex positivi con questionario sui servizi

Giovedì 28 Maggio 2020 di Marco Agrusti
La presentazione del progetto Safety Circle, in Regione
TRIESTE - Intersecare l'esito dei test sierologici (partiti ieri, 27 maggio in 21 centri in regione), con un'indagine più ampia, che punta a sapere non solo se un cittadino del Friuli Venezia Giulia sia entrato o meno a contatto con il virus, ma che frequentazioni abbia avuto negli ultimi tre mesi, come abbia vissuto il lockdown, cosa chieda ora al sistema sanitario e alla politica.
Un lavoro fatto di numeri, ma anche di fattori non misurabili, come la soddisfazione per le misure prese dal governo e dalla Regione, con l'obiettivo di ottenere un quadro locale dell'intero fenomeno. È la finalità del progetto Safety Circle, messo a punto da Regione, Sissa, Università di Trieste e Swg. 

QUESTIONARIO
Alle persone selezionate dall'Istat per effettuare il test sierologico sarà somministrato anche un questionario. L'adesione sarà su base volontaria. Il modello è costruito per fornire un quadro generale dei problemi, le preoccupazioni e le paure percepite prima, durante e dopo l'impatto del Covid-19 in Friuli Venezia Giulia. E' diviso in sei aree: profilazione (la sezione contenente i dati dell'intervistato), quadro generale (una serie di domande aperte su come le persone stiano vivendo l'emergenza), contact network (la ricostruzione dei contatti avuti dagli intervistati nell'ultimo periodo), salute e politiche sociali (sarà richiesta una valutazione a proposito delle misure prese dal punto di vista sanitario), lavoro e formazione (si proverà a capire quali siano le nuove esigenze) e mobilità (l'area che dovrà dare indicazioni sui viaggi e sui timori legati all'affollamento sui mezzi pubblici). Il questionario è stato presentato ieri in Regione dal direttore della Sissa Stefano Ruffo, il rettore dell'Università di Trieste Roberto Di Lenarda e il presidente Swg Adrio Maria de Carolis. I risultati serviranno ad ottenere un quadro completo del campione rappresentativo scelto dall'Inps: da un lato si analizzeranno i dati epidemiologici e dall'altro giungeranno in Regione delle indicazioni utili per prendere le decisioni future e per definire i contatti e le aree più a rischio della vita dei cittadini. 
IL VICEGOVERNATORE
«L'indagine realizzata grazie all'alleanza dei nostri istituti scientifici - ha spiegato il vicegovernatore Riccardo Riccardi - ci consentirà di raccogliere informazioni e dati utili in questa fase successiva all'emergenza estremamente delicata, nella quale convivono due esigenze: quella della protezione e della sicurezza sanitaria e insieme il bisogno e la necessità di un ritorno alla normalità della vita quotidiana e delle attività. Capire orientamenti e aspettative dei cittadini - ha aggiunto - ci consentirà di affinare strumenti e azioni sulle quali stiamo lavorando con puntualità, impegno e con il massimo sforzo e di intercettare i bisogni e le necessità dei cittadini».
L'assessore Alessia Rosolen (Lavoro) ha ricordato, come la ricerca, «per la prima volta dalla diffusione del contagio, dedichi particolare attenzione ai giovani e agli studenti e non per ragioni meramente didattiche, ma approfondendo gli aspetti psicologici e le loro necessità, in un contesto allarmante e trascurato a livello nazionale nel quale emerge una condizione di estrema povertà educativa, con l'abbandono di qualsiasi percorso di formazione da quello scolastico all'universitario».
 
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