​No agli aumenti chiesti da Autovie: pedaggi congelati anche nel 2022

Domenica 2 Gennaio 2022 di Maurizio Bait
No agli aumenti chiesti da Autovie: pedaggi congelati anche nel 2022

Tutto come previsto: nel 2022 nessun aumento dei pedaggi per nessuno, tranne l'autostrada A21 Piacenza-Brescia.

E quindi niente da fare anche per la richiesta avanzata da Autovie venete di vedersi riconoscere un incremento tariffario al casello pari al 2,05%, in ragione dell'inflazione e degli interventi di manutenzione messi in campo nel corso del 2021. Tale richiesta potrebbe apparire impopolare specie in un momento critico per le famiglie e le imprese non soltanto a causa del Covid, ma anche degli straordinari rincari delle fonti energetiche. Tuttavia si è trattato, come peraltro per le annate scorse, di un mero atto dovuto: la società doveva chiedere l'adeguamento per mettersi al riparo da qualsiasi ipotesi di responsabilità erariale. Poi stava e sta tuttora al Governo, per voce del ministero delle Infrastrutture, accogliere o negare gli aumenti.


STOP DEFINITIVO

I pedaggi erano già bloccati da tre anni e in realtà lo rimarranno a lungo. Questo per due ordini di motivi convergenti: da un lato come lo stesso Ministero ha chiarito anche ieri con una nota - non sono previsti aumenti anche per le tratte autostradali gestite a concessione già scaduta. Nel caso di Autovie il titolo concessorio è scaduto ancora il 31 marzo 2017. Ma c'è un'altra ragione, di più lungo respiro: allorché la nuova concessione trentennale in house sarà affidata alla newco Società Autostrade Alto Adriatico, varranno per tale Spa interamente pubblica le prescrizioni definite dall'Art, Autorità di regolazione dei trasporti: niente aumenti per i primi cinque anni di concessione e successivamente una progressiva attenuazione delle tariffe. E' vero che un piano-ponte fra la vecchia concessionaria e quella nuova è stato da tempo presentato a Roma, ma è altrettanto vero che il Ministero non ha a tutt'oggi dispensato la propria approvazione. A questo punto, appare evidente che Autovie continuerà a chiedere adeguamenti e il Governo seguiterà a negarli.


IL PARADOSSO

Da chiarire, in ogni caso, che in base alle cosiddette poste figurative, un eventuale aumento dei pedaggi sarebbe andato ad esclusivo vantaggio dello Stato e non della società: infatti i volumi di traffico sono ormai tornati a valori assai vicini all'era pre-Covid (2019) e tale circostanza, di per sé assai positiva per le casse di Autovie e il sostegno ai lavori per la terza corsia sull'A4, comporta maggiori oneri in capo alla Spa a vantaggio del Ministero delle Infrastrutture. Sembra paradossale, eppure alla fine gli aumenti dei pedaggi sulla rete di Autovie venete non convengono proprio a nessuno, dall'automobilista privato al vettore commerciale, fino alla concessionaria stessa. Converrebbero soltanto allo Stato, che però vi rinuncia.


LA SOCIETÀ

Sul fronte societario, come il presidente della Regione Fvg ha dichiarato al Gazzettino, dopo il via libera del Comitato interministeriale per la programmazione economica al piano finanziario della newco, occorre mettere in campo il passaggio delle azioni di controllo che la finanziaria regionale Friulia detiene in Autovie alla Regione. Bisogna in altre parole riempire di contenuti finanziari la nuova società, cosa che per la sua quota di partecipazione in Autovie (il 4% circa) farà anche la Regione Veneto. La partita di giro regionale sull'oltre mezzo miliardo di indennizzo di subentro dalla newco ad Autovie e la ridefinizione delle linee di credito con Bei e Cassa depositi e prestiti per finire la terza corsia scandiranno le autentiche tappe decisive per l'approdo alla nuova concessione. Di certo, a questo punto, si è allontanato lo spauracchio della gara per il riaffidamento della rete e del pari è certo che per trent'anni la regia resterà nelle mani del Fvg. A meno che non si vada nel medio periodo verso fusioni o comunque aggregazioni a Nordest. Ma questa è un'altra partita.

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