Crac Veneto Banca, il procuratore in commissione d'inchiesta: «Avevamo le armi spuntate, ma Bankitalia...»

Martedì 26 Gennaio 2021 di Redazione online
Massimo De Bortoli
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«È stata una vera e propria frode bancaria durata per anni quella perpetrata nei confronti dei risparmiatori da Veneto Banca» ha sottolineato il procuratore  reggente di Treviso, Massimo De Bortoli, nel corso di una audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario in cui ha rimarcato come la Procura avesse armi spuntate contro tali genere di reati. «L'ad Vincenzo Consoli unitamente ad alcuni dirigenti hanno volutamente e consapevolmente tenuto occultato le gravi perdite che l'istituto aveva subito dal punto di vista del patrimonio di vigilanza dovuto ad una sciagurata politica di concessione dei finanziamenti in alcuni casi senza alcuna garanzia», ha spiegato. «Il tutto, mentre il valore dell'azione stabilito dall'assemblea dei soci su proposta del cda era sempre tenuto molto elevato a dispetto della reale condizione economica e patrimoniale della banca.

Si è calcolato che quando nel 2015 l'azione era stata detta valere 39 euro in realtà ne valesse 7 o 8. Il valore dell'azione nel 2016 in occasione di un ultimo tentativo di aumento di capitale crollò poi a 0,10 euro», ha poi spiegato. 

«Da quello che ho potuto verificare io, quando c'è stato il rinnovo del Cda è stato forse l'unico momento in cui Banca d'Italia avrebbe forse potuto fare di più perché Consoli non era più ad, ma era rimasto direttore generale  di fatto il 'dominus assoluto' della banca. Quando l'aumento di capitale fu recepito da Consob forse Bankitalia avrebbe potuto dire 'va bene ma Consoli non deve rimanere neppure direttore generale'»  ha poi aggiunto   Massimo De Bortoli .

«Credo che Banca d'Italia abbia fatto quello che poteva fare con i poteri che aveva allora. Noi pensiamo che abbia poteri ispettivi che consentono di vedere al di là delle apparenze ma in realtà anche quando fa le verifiche queste vengono fatte sulla base dei dati forniti dalla stessa società ispezionata. Se sono dati falsi evidentemente anche Banca d'Italia viene tratta in inganno, e lo stesso è avvenuto per il superamento dello stress test», ha spiegato.

Le reazioni 

«Prendiamo atto dalle parole del Procuratore   De Bortoli, nel corso dell'audizione nella Commissione d'inchiesta sul sistema bancario , delle difficoltà operative, che investono la Procura di Treviso, impegnata nel procedimento sul noto scandalo finanziario delle Banche Venete». Così i parlamentari di Fratelli d'Italia, Andrea de Bertoldi e Tommaso Foti, e Maurizio D'Ettore di Forza Italia, a margine dell'audizione. «La procura che sta indagando su uno dei più importanti e gravi crack del nord-est, - aggiungono - è infatti costretta, nonostante numerose richieste di aiuto, a lavorare sotto organico e senza aver ottenuto alcun beneficio per poter espletare al meglio le proprie funzioni giudiziarie. Un'ulteriore dimostrazione di incapacità ed inadeguatezza del dimissionario governo Conte, che non ha saputo dare risposte neppure di fronte ad una situazione così rilevante; i tribunali italiani continuano infatti a lavorare a ranghi ridotti nel mentre proliferano le spese inutili per consulenze ed inefficaci task force, e la riforma della Giustizia non compare neppure nei progetti del Recovery Plan. Che sia anche per tali deficienze e defezioni che i processi sugli scandali bancari non procedono? Ed infine, come abbiamo sottolineato in audizione, qual è stato il vero ruolo di Bankitalia nel permettere o addirittura favorire le aggregazioni bancarie, in Veneto come in Abruzzo o in Puglia, che sono poi deflagrate nei default a danno degli incolpevoli risparmiatori azionisti? Le funzioni di controllo sono state svolte tempestivamente o, come parrebbe dai risultati, la vigilanza è stata solo formale e quindi inadeguata alla tutela del sistema?».

Ultimo aggiornamento: 17:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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