«Influencer per convincere i ragazzi a vaccinarsi»

Lunedì 12 Luglio 2021 di Alberto Beltrame
Il piano del dottor Francesco Benazzi per promuovere la campagna vaccinale tra i giovani

TREVISO - L’imperativo è uno e uno solo: vaccinare quanti più giovani possibile. L’azienda sanitaria della Marca, dopo il focolaio scoppiato tra un gruppo di amici trevigiani che hanno partecipato a due feste private a Jesolo e in un locale di Treviso, vuole fare di tutto per convincere i ragazzi, specie quelli tra i 16 e i 20 anni, i cui contatti sociali sono inevitabilmente, specie nel periodo estivo, più frequenti, a sottoporsi al più presto al vaccino. Le direzioni sono due: da un lato convincere i genitori, spesso i primi ad avere voce in capitolo, a far immunizzare i propri figli. Dall’altro sensibilizzare gli stessi ragazzi. Come? «Ci stiamo lavorando da giorni e qualche prima idea è stata formulata - spiega il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi -: tra queste c’è quella di ingaggiare degli “influencer” per promuovere una campagna rivolta ai ragazzi sopra i 16 anni, in modo da arrivare a loro in modo semplice e diretto, cosa che magari altre figure istituzionali non possono essere in grado di fare».

Non è una boutade. Proprio oggi l’azienda sanitaria riunirà i suoi vertici per lavorare su questo progetto. «L’idea è quella di produrre un video, o qualcosa di simile, da diffondere, magari sul web, per far arrivare il messaggio alle fasce d’età che, in questo momento, sono più esposte».


POCHE VACCINAZIONI

Non è un caso se i focolai degli ultimi giorni, anche a livello regionale e nazionali, stiano interessando giovani comitive più che persone con qualche anno in più. Perchè sul fronte delle vaccinazioni sono ancora pochi, troppo pochi, gli under20 che si sono finora sottoposti al vaccino. «Calcolando anche le prenotazioni fino al prossimo 13 agosto arriviamo a stento al 33% della platea vaccinabile per questa fascia d’età - fa il punto Benazzi -. Siamo insomma ancora molto indietro, visto che l’obiettivo, per l’inizio del prossimo anno scolastico, è arrivare almeno al 60-65%. Con questa quota di ragazzi vaccinati saremo molto più tranquilli». 


SINTOMI IMPORTANTI

Il problema, poi, è che anche i giovani stanno cominciando ad accusare sintomi importanti. «Negli ultimi giorni abbiamo avuto ragazzi di 15 o 16 anni che si sono rivolti al pronto soccorso per delle febbri molto alte ed impegnative - precisa il direttore generale dell’Usl -. Non sono stati ricoverati, ma abbiamo deciso di farli seguire dai medici delle Usca. Ma questo da bene il polso della situazione. Per questo il nostro appello è rivolto anche ai genitori: non devono avere timori di reazioni avverse, che sono quasi assenti. Vaccinare anche i giovani è l’unico modo di uscire definitivamente dalla pandemia». Le dosi, d’altro canto, continuano ad arrivare. Forse non quanto sperato e preventivato, visto che le quote di 50mila dosi settimanali non sono mai state consegnate, ma poco ci manca. «Continuiamo a farne circa 9mila al giorno - tira le fila il dg Francesco Benazzi -, e quindi, in questo momento, non c’è una situazione di carenza. Il punto, al contrario, è cercare di convincere chi non ha ancora fatto il vaccino a farlo. Chiaro e semplice. La preoccupazione, non lo nascondo, è grande, e lo stesso Figliuolo si è rivolto ai giovani pregandoli di aderire alla campagna vaccinale». Intanto si continuano a effettuare tamponi. Sono sempre di più. Ormai si è raggiunta una quota di quasi 4mila al giorno. E tutto per cercare di scovare eventuali focolaio di variante Delta. Basti pensare che durante il picco dell’epidemia se ne facevano solo un migliaio in più, circa 5mila.

Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 10:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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