Botte fra compagni di classe al "Besta": 17enne finisce in ospedale

Tutto è accaduto all’interno della scuola, tra le classi e i corridoi. I due ragazzi avevano iniziato a litigare a causa di alcuni attriti personali

Domenica 3 Aprile 2022 di Mauro Favaro e Maria Elena Pattaro
Studenti al Besta
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TREVISO - Prima è volata qualche parola grossa, poi gli spintoni e, alla fine, i pugni. Ieri mattina due ragazzi dell’istituto Besta di Treviso sono venuti alle mani in uno scontro violento. Tutto è accaduto all’interno della scuola, tra le classi e i corridoi. E dalla sede centrale di borgo Cavour hanno subito chiamato i soccorsi. Poco dopo le 9 è arrivata sul posto un’ambulanza del Suem118 di Treviso. Il personale ha prestato le prime cure al 17enne, colpito da un pugno, che aveva avuto la peggio. È stato trasferito all’ospedale Ca’ Foncello. Fortunatamente senza gravi ferite. Ma inevitabilmente resta l’amaro in bocca per quanto successo.

I due giovani, stando a quanto emerge da una prima ricostruzione, avevano iniziato a litigare a causa di alcuni attriti personali. Nel mondo della scuola non è una cosa rara. Stavolta, però, la situazione è rapidamente degenerata. Fino alle botte. Ieri la preside si è subito confrontata con la madre del 17enne finito in ospedale. Dopo la zuffa, comunque, già domani - 4 aprile - entrambi i ragazzi dovrebbero essere nella loro classe nella sede centrale del Besta. Qui si cercherà di smontare eventuali incomprensioni e di distendere i toni.

«Abbiamo organizzato un incontro con la classe, i due ragazzi e con lo psicologo della scuola – spiega Renata Moretti, dirigente scolastica del Besta – sono molto dispiaciuta che succedano questi fatti in una scuola dove lavoriamo tanto, anche in collaborazione con le forze dell’ordine, per sviluppare comportamenti rispettosi e corretti».

IL FACCIA A FACCIA

Poche ore più tardi, nel pomeriggio, il sindaco Conte, come annunciato in consiglio comunale, è andato in centro a parlare con i ragazzi del sabato pomeriggio. Dà il cinque, chiede di dove sono, raccomanda di divertirsi sì «ma con la testa», di «non fare casini» e di aiutarlo «a tenere la città in ordine». Li mette in guardia sulle possibili conseguenze dei loro atteggiamenti sopra le righe.

Li convince a raccogliere cartacce e lattine dopo un pomeriggio di gozzoviglie sulla scalinata del Duomo. Loro stano al gioco, per nulla intimoriti. Anzi sempre pronti a far valere le loro ragioni: «Siamo bravi ragazzi. Ci divertiamo. Risse? Mai fatte noi!». Ieri il sindaco Mario Conte ha incontrato i ragazzi del sabato pomeriggio, facendo visita ai posti caldi in cui le bande si radunano e all’occorrenza si sfidano visto che «Treviso è come un ring». Lo aveva annunciato in settimana, convinto che il problema delle risse, delle baby gang e del disagio giovanile vada affrontato anche di petto parlando con i diretti interessati. Oltre a esortare le famiglie a controllare di più i propri figli. Gli episodi degli ultimi sabati sono emblematici: il 15enne con il naso rotto, al culmine di una lite con un gruppo di coetanei, e la ragazzina svenuta per il troppo alcol bevuto e finita in coma etilico. Un’iniziativa, quella di Conte, che ha sollevato un coro di critiche nell’ultimo consiglio comunale. Dai banchi dell’opposizione infatti gli avevano rimproverato sia le «prediche ai genitori in stile “Padre Mario”», sia la ricerca di visibilità. «Sono molto soddisfatto: finalmente si parla ai giovani e non solo di giovani - commenta Conte a fine pomeriggio -. Ho trovato dei bei ragazzi, vivaci ma bravi presi singolarmente. Quando sono in gruppo si fanno forza e ogni tanto scivolano in comportamenti scorretti e pericolosi. Tornerò: è importante instaurare un dialogo con loro».

L’INCONTRO

Sono le l7. La scalinata del Duomo è gremita come ogni sabato pomeriggio. Risate, schiamazzi, qualche spintone. C’è attesa, anzi “hype” come dicono loro. «Oggi arriva sindaco» - dice qualcuno guardandosi intorno mentre le pattuglie sorvegliano la zona. Poco prima in piazza Borsa alcuni ragazzini hanno cercato di sottrarsi a un controllo. Ma nascondersi alla vista delle divise non è bastato e il gruppetto è stato identificato. Conte non manca all’appuntamento: fa capolino accompagnato dal comandante della polizia locale Andrea Gallo e dal vice Aurelio Valenti, entrambi in borghese. Si presenta come il sindaco di Treviso, ma il tono e i modi sono quelli di un fratello maggiore. «Sono venuto a chiedere aiuto a voi giovani visto che negli ultimi week end ci sono stati casini....».  La carota sì ma anche il bastone. Quando vede i rifiuti lasciati sui gradini arriva la tirata d’orecchie: richiama i responsabili e fa tirare su le cartacce, iniziando lui per primo: «Ragazzi dai, non si può lasciare così. Ripuliamo». C’è chi gli stringe la mano, chi gli fa provare gli occhiali alla moda, chi gli chiede una foto. Chi addirittura si presenta come “collega”: «Sono stato sindaco dei ragazzi». Alle 18 Conte li invita ad alzare i tacchi per non disturbare la messa: i ragazzi sbuffano, si allontanano di qualche passo ma appena gira l’angolo, diretto alla stazione delle corriere, la scalinata torna ad affollarsi. Il resto del pomeriggio scivola via liscio, sotto gli occhi delle forze dell’ordine.

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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