​Covid. Negozi in crisi, a Roncade Fotofobia chiude dopo 60 anni

Martedì 3 Novembre 2020 di Federica Florian
Covid. Negozi in crisi, Fotofobia chiude dopo 60 anni

RONCADE (TREVISO) - Fra i clienti e i colleghi commercianti, più di qualcuno ha pianto vedendo Alberto Lorenzetto svuotare la sua bottega di fotografo sotto i portici di Roncade.

La sua attività è l'ennesimo negozio che chiude in via Roma lasciando altre vetrine vuote e tanta tristezza per il lento declino. Le luci del negozio di Fotofobia si sono spente per sempre il 30 settembre scorso. «C'è voluto tanto coraggio a chiudere un'attività presente a Roncade da 60 anni» commenta Alberto, 53enne, titolare di Fotofobia e figlio d'arte', che aveva ereditato il lavoro dal padre Ruggero. 


ATTIVITA' STORICA

Il papà e la mamma del fotografo, Ileana, erano arrivati a Roncade da giovani, a inizio anni 60, provenienti da Badoere: lui aveva aperto sotto casa un laboratorio di fotografia, lei una piccola lavanderia. «Ma non si può guardare indietro - continua Alberto -. I costi di gestione della bottega sono diventati troppo importanti e anche il carico di lavoro. Da una decina d'anni gestivo Fotofobia da solo (per un certo periodo, fra gli anni 90 e 2000 eravamo in quattro) e dovevo occuparmi sia di tenere aperto il negozio al pubblico, dal lunedì al sabato, sia di realizzare servizi fotografici, spesso concentrati nel fine settimana. Il risultato era che praticamente lavoravo sempre, tutti i giorni, ben oltre le 8 ore, senza peraltro avere un ritorno economico adeguato». L'emergenza sanitaria probabilmente ha solo accelerato una decisione che era già nella testa di Alberto, ma che faticava a prendere forma.


LE DIFFICOLTA'

«Il nostro mestiere è uno di quelli che è stato letteralmente schiacciato dall'innovazione digitale, - racconta l'artigiano - oggi chiunque è in grado di scattare una foto con uno smartphone. Quello che mi spiace maggiormente è che la digitalizzazione ha spazzato via il valore dell'immagine fotografica e del ricordo in sè. Un tempo in tutte le famiglie c'era la classica foto buona', quella con tutti vestiti bene e messi in posa, davanti ad un fotografo professionista, per tramandare il ricordo della famiglia stessa alle generazioni successive. Oggi non esiste più nulla di tutto ciò, le foto non si stampano neppure. Magari se ne scattano a centinaia, nessuna di qualità». I clienti di Fotofobia, che arrivavano anche dai paesi vicini magari per farsi le fototessera o per chiedere un servizio ad hoc, sono rimasti spiazzati nel trovare il negozio vuoto. «Non potevo abbandonarli completamente, dopo trent'anni che faccio questo mestiere. E così mi sono organizzato: anche senza negozio, continuerò a svolgere le attività che mi hanno sempre dato maggiori soddisfazioni, come le foto ai bambini, alle mamme in attesa oppure qualche matrimonio».

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