TREVISO Dire che il prefetto Maria Rosaria Laganà l'abbia presa male è riduttivo. La scelta di Maria Scardellato, sindaco di Oderzo, e della collega di Codognè Lisa Tormena, di consentire mini-panevin casalinghi nonostante ogni tipo di manifestazione legata all'Epifania sia stata cancellata per evitare i contagi, l'ha profondamente irritata: «Così diamo un messaggio sbagliato - ha detto il prefetto - e comunque i controlli ci saranno».
LE MOTIVAZIONI
«Premesso che il tradizionale panevin organizzato dal comune sul Monticano e i panevin delle frazioni erano già stati sospesi per impedire gli assembramenti precisa la Scardellato - comunico che martedì mattina (oggi ndr) revocherò l'ordinanza che autorizza i panevin privati alla presenza del solo nucleo familiare. Ritengo che le condizioni prescritte nell'ordinanza impedissero la possibilità di contagio aggiunge la sindaca - e che il rispetto dell'ordinanza fosse facilmente controllabile dai vigili, posto che, ricevendo le domande di autorizzazione, conoscono l'esatto indirizzo. Però poiché la prefetta Laganà e alcuni colleghi sindaci hanno una diversa opinione, ritirerò l'ordinanza perché in questo momento la cosa più importante è rimanere uniti. Se ho creato involontarie difficoltà mi scuso con i miei colleghi e con i 2 cittadini che avevano già presentato la domanda». Da Codognè invece Tommasella ribadisce la sua linea, precisando però che non c'è alcuna volontà di andar contro le regole. «Premetto dice oggi è martedì siamo in zona rossa, è in vigore il decreto Natale e gli spostamenti sono vietati. Partendo da questo punto fermo, non vedo che problema ci sia se una famiglia, mamma, papà e bambini, che vivono nel nostro comune, vogliono fare un piccolo falò nel solco della tradizione nella loro proprietà. Non ci sono assembramenti, non ci si può muovere, le persone debbono restare a casa propria». Codognè ha molte aree di aperta campagna. «Torno a ripeterlo: se nel proprio campo si vuol fare un piccolo panevin, e nella mia ordinanza sono stata molto chiara, bisogna utilizzare solo materiale vegetale e piccole dimensioni, in proprietà privata con familiari conviventi, giusto per dare un segno di tradizione, un po' di serenità ai bambini. Io sono d'accordissimo aggiunge sul vietare i panevin pubblici o di borgata, insomma tutti quegli eventi che generano assembramenti».
IRRITAZIONE
Il prefetto intanto osserva e non approva. Oderzo ha fatto un passo indietro, ma resto il gesto: «Non ho parlato con i due sindaci - premette - ma ho chiesto alla forze dell'ordine di prestare particolare attenzione. E so che anche il questore, nei giorni scorsi, ha chiesto collaborazione ai sindaci. Non capisco quindi la scelta di Oderzo e Codognè. In ogni caso, in questo modo, si dà un segnale sbagliato. I contagi non calano, la situazione non è bella. Bisognerebbe evitare ogni tipo di atto che possa generare confusione». Il prefetto poi precisa che ordinanze del genere non mettono al sicuro dalle sanzioni: «I controlli ci saranno - ripete - e poi saranno le forze dell'ordine a valutare se ci sono assembramenti o meno. E nel caso, ci saranno sanzioni a prescindere dall'ordinanza. Anzi: chiedo ai vigili di quei comuni di controllare attentamente cosa accade nel loro territorio. E,se serve, di intervenire». Oderzo e Codogné sono gli unici due casi spinosi arrivati in prefettura: «Su oltre 90 comuni abbiamo solo queste due situazioni. Nel resto del territorio l'indicazione di non fare nulla è stata seguita. Poi ognuno si assume le proprie responsabilità».
Annalisa Fregonese
Paolo Calia