TREVISO - Sono entrati nella casa di riposo Menegazzi di San Giuseppe urlando di tutto. Si sono diretti verso la camera del padre non autosufficiente, sostenendo che non era seguito bene, hanno spintonato le operatrici che cercavano di fermarli e poi si sono scagliati contro porte e mobili. Il personale dell’Israa ha dovuto chiamare la polizia per fermare la furia di due fratelli, entrambi sui 45 anni. Ieri, attorno alle 12, in pochi istanti la quiete della struttura è stata messa sottosopra. I due uomini erano molto agitati. E non c’è stato margine per il dialogo. Sul posto sono arrivate 3 pattuglie della polizia. Gli agenti hanno fermato i due fratelli, portandoli in questura. Verranno denunciati per danneggiamento e per resistenza a pubblico ufficiale. Quanto capitato in mattinata, però, evidentemente non era bastato. Già ieri pomeriggio, infatti, uno dei due ha provato a tornare al Menegazzi. Anche in questo caso è stata chiamata la polizia, che l’ha intercettato prima che potesse fare altri danni.
L’ISTITUTO
«Le due persone erano in uno stato di grande agitazione - spiega Giorgio Pavan, direttore dell’ipab di Treviso - si tratta di un fatto grave, tanto più in un contesto di cura dove ci sono persone non autosufficienti e dove tra l’altro la maggior parte del personale è donna». «Vista la situazione, è stata subito chiamata la polizia - continua - e il loro intervento è stato estremamente tempestivo». Il timore, però, è che i due possano tornare con lo stesso atteggiamento. Dopotutto tre mesi fa avevano già fatto qualcosa di simile. E già ieri pomeriggio uno dei due ha provato a tornare. Adesso, in ogni caso, c’è di fatto un filo diretto tra la casa di riposo di San Giuseppe e la questura. Parallelamente, l’Israa sta valutando la possibilità di innalzare le misure di sicurezza. «Stiamo facendo delle considerazioni - dice Pavan - vedremo anche che suggerimenti potranno arrivare dalle forze dell’ordine».
AUTODIFESA
Poco più di un mese fa l’Ipab aveva lanciato un corso di autodifesa per il personale. Il titolo dell’incontro è già tutto un programma: «Prevenzione e gestione delle aggressioni al personale sanitario delle Rsa». Va da sé, comunque, che si può giusto provare a contenere l’escalation della violenza. Non altro. Per il resto, non rimane che rivolgersi alle forze dell’ordine.
NEGLI OSPEDALI
L’Usl della Marca ha registrato 700 aggressioni all’anno, sia verbali che fisiche, contro medici, infermieri e operatori. E in una ventina di situazioni, in media, purtroppo si è arrivati alle mani anche in modo pesante. Nella maggior parte dei casi a perdere il controllo sono stati i pazienti o i loro familiari. Situazioni al limite arrivate a causare addirittura una quarantina di infortuni per le lesioni riportate dal personale. Gli eventi di violenza si verificano più frequentemente nei dipartimenti di salute mentale e dipendenze patologiche, pronto soccorso, luoghi di attesa, servizi di geriatria. Ma vale lo stesso discorso anche per la guardia medica e le attività di assistenza domiciliare, l’area integrazione socio-sanitaria, i servizi per l’infanzia l’adolescenza famiglia e consultori. E, non da ultimo, anche agli sportelli per la prenotazione di visite ed esami.