Mara Armellin, è trevigiana la prima donna ambasciatrice in Pakistan

Martedì 16 Gennaio 2024 di Angela Pederiva
Nata nel 1971 a Conegliano, la diplomatica è una delle due figlie del compianto Lino Armellin, per quattro legislature deputato della Democrazia Cristiana e per 35 anni presidente della Fism di Treviso.
È veneta la prima donna a diventare ambasciatrice d’Italia nella Repubblica islamica del Pakistan. Si tratta della trevigiana Marilina Armellin, che ieri si è insediata a Islamabad, capitale di un Paese in cui i problemi della condizione femminile sono un tema di grande rilevanza nell’agenda pubblica. Una nomina di notevole importanza, dunque, per la 52enne partita da Villorba per andare nel mondo.

Nata nel 1971 a Conegliano, la diplomatica è una delle due figlie del compianto Lino Armellin, per quattro legislature deputato della Democrazia Cristiana e per 35 anni presidente della Fism di Treviso. Nel capoluogo della Marca la giovane Marilina si è diplomata al liceo classico del collegio Pio X, dopodiché si è laureata in Scienze internazionali a Trieste, la rampa di lancio per la carriera iniziata con il concorso nel 1996. Nella sua prima dichiarazione dopo l’insediamento a Islamabad, la trevigiana se n’è detta orgogliosa: «Fiera di rappresentare l’Italia in Pakistan, terra dalla storia millenaria e dal futuro carico di opportunità e sfide, in una regione strategica per gli equilibri globali. Farò leva sui consolidati rapporti bilaterali e sulla comunità pakistana in Italia - la più grande in Unione europea - e i suoi tanti imprenditori, lavoratori e studenti per sfruttare ancor più intensamente il potenziale di crescita delle nostre relazioni». Un ruolo di prestigio intercontinentale, arrivato a coronamento di una vasta esperienza, coniugata con la vita familiare: Armellin è sposata e ha due figli di 19 e 18 anni. Come ha fatto? «Con l’impegno», aveva spiegato lei stessa al Gazzettino nel 2012, ricevendo il premio “La fonte” dalla scuola di Borgo Cavalli frequentata da ragazza: «Ho sempre avuto il desiderio di fare la diplomatica e subito dopo la laurea ho fatto il concorso. Ma non è stato semplice conciliare il lavoro e la famiglia, anche perché nel mondo della diplomazia le donne sono arrivate piuttosto tardi e sono ancora poche».

A maggior ragione in una realtà com’è quella del Pakistan, ultima (per ora) tappa di un lungo percorso, a cui l’ambasciatrice Armellin arriva da direttrice centrale vicaria per i Paesi dell’America Latina e Caraibi della direzione generale per la mondializzazione e le questioni globali al ministero degli Esteri. In precedenza la trevigiana era stata ambasciatrice e osservatrice permanente dell’Italia all’Organizzazione degli Stati americani a Washington. Ancora prima, la ministra plenipotenziaria ha prestato servizio nella Rappresentanza permanente d’Italia alle Nazioni Unite e in altre organizzazioni internazionali a Ginevra. In quella veste, si è occupata delle questioni sociali, migratorie e di asilo, tanto da essere eletta presidente del gruppo dei Governi dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Già dirigente della Farnesina, nell’ufficio responsabile della tutela degli italiani all’estero e della cooperazione giudiziaria internazionale, la 52enne è stata anche a capo della task-force interministeriale sulle sottrazioni internazionali di minori e rappresentante italiana al gruppo di lavoro del Consiglio dell’Unione europea sugli affari consolari. All’estero Armellin è stata inoltre console d’Italia a Basilea e consigliere politico all’Ambasciata italiana a Nairobi. 

Tutto questo partendo dalla provincia veneta. «Invito i giovani – aveva dichiarato la neo-ambasciatrice in Pakistan, quand’era tornata per il riconoscimento del Pio X – a guardarsi attorno. Abbiamo il privilegio di vivere in un mondo globalizzato, in cui tutti fanno la differenza. La storia non è più fatta da statisti e politici, ma dalla gente comune».
Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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