CODOGNÈ - La solidarietà verso i profughi provenienti dall'Ucraina trova ancora spazio nella provincia di Treviso.
LA RICHIESTA
Quando Ljuba, la badante Ucraina di don Vittorio Battistuzzi ha chiesto aiuto per la sua famiglia, il sacerdote non ha avuto esitazioni: «Dì loro che vengano pure. Potranno rimanere qui con noi fino a quando questa pazzia sarà terminata». Detto fatto; la nuora 34enne di Ljuba ha raccolto le cose più importanti in fretta e furia e, aiutata dal marito, con la figlia di nove anni Slata si è avviata in auto verso la frontiera di Leopoli dove la famiglia si è poi separata tra le lacrime. Il papà ha salutato la figlia trattenendo a stento le lacrime, un ultimo abbraccio alla moglie Svetlana e poi lo strappo che lo ha riportato verso l'incertezza del fronte, dove continuerà a combattere come tutti gli uomini in grado di farlo. Mamma e figlia hanno trovato poi un passaggio in uno dei tanti pullman alla frontiera con la Polonia e dopo il lungo viaggio con il cuore a pezzi sono arrivate a Mestre e quindi a Codognè nell'attuale abitazione di don Vittorio Battistuzzi.
IL PERSONAGGIO
L'ex amministratore che ha scoperto la vocazione, nel 1988 è stato anche nominato Cavaliere della Repubblica e nel 1995 Cavaliere del Santo Sepolcro. Negli ultimi anni del suo sacerdozio era stato parroco ad Albina di Gaiarine. Compirà 85 anni il prossimo 4 aprile. «Ho dato volentieri la mia disponibilità ad accogliere queste persone dopo averne discusso con mia nipote - ha detto don Vittorio - Le ospiterò per tutto il tempo necessario. Anche la nonna paterna di Slata ha deciso di rimanere in Ucraina. È anziana e non se la sentiva di affrontare il lungo viaggio verso l'Italia».