Lo sfogo di Pettenà: «La Lega è poco presente, va riformata e deve puntare sull'autonomia»

Lunedì 5 Luglio 2021 di Mauro Favaro
Fulvio Pettenà

TREVISO «La Lega oggi non c’è. Avevamo fatto la nostra fortuna grazie a una presenza costante sul territorio. Da qualche tempo le cose si sono annacquate. I nuovi eletti in Parlamento non si vedono in giro. Non ci sono state prese di posizione nemmeno su temi come il Covid. Così come i confronti con le categorie produttive della zona. Zero. A parte Dimitri Coin, degli altri non abbiamo traccia. Temi come l’autonomia del Veneto a livello nazionale dove sono finiti?». Fulvio Pettenà, 66 anni, volto storico della Lega della Marca, non le manda a dire. Per l’ex presidente del consiglio della Provincia, carica ricoperta per vent’anni, prima con Zaia e poi con Muraro, il Carroccio andrebbe profondamente rivisto.


Pettenà, potrebbe lavorarci lei in prima persona candidandosi come segretario provinciale della Lega nel prossimo congresso? 
«Diverse sezioni mi spingono, sarebbe una bella esperienza.

Però poi si direbbe che tornano sempre le stesse persone. Si fa parte di un mondo che è leggermente passato via. Almeno per ora non è questo l’orizzonte. Speriamo che sia finalmente arrivato il momento di avere un segretario provinciale». 


Come vede l’attuale commissariamento guidato da Gianangelo Bof? 
«Sicuramente si impegna. Niente da dire. Ma in una situazione del genere manca il supporto fondamentale del consenso dei militanti. È una condizione difficile perché in questo modo non si è legittimati: un commissario può dire ciò che vuole, ma qualcuno potrebbe sempre replicare che è stato messo lì da qualcuno e che deve anche rispondere a questo qualcuno. Non ci sono riunioni. Ogni tanto si vede qualche gazebo». 


Pure la Lega del Veneto è gestita da un commissario: Alberto Stefani. 
«Gli voglio bene. Ma chi è? Il sindaco di Borgoricco che è stato eletto a Roma. Anche qui, non ci sono prese di posizione sulla provincia di Treviso. Qualche uscita su polemiche elettorali, come quelle in vista delle comunali a Villorba, ma niente sui problemi reali della comunità trevigiana, a partire dal mondo del lavoro». 


E la nuova linea inaugurata dal segretario Matteo Salvini? 
«Una volta va con l’Europa, una volta con il Sud, una di qua e una di là, siamo al governo e contro il governo e così via. E non si parla mai di autonomia del Veneto. La classe dirigente chi l’ha vista? Purtroppo l’opinione diffusa nel nostro territorio è che Salvini ormai si sia bruciato. Riporto quello che sento nelle piazze, nei ritrovi e nelle osterie. È bravo e si dà da fare girando l’Italia. Ma questo moto ondivago da noi, dove le radici sono profonde, rappresenta uno sbandamento. O rispolveriamo il tema dell’autonomia in modo deciso, oppure si rischia di andare avanti solo per inerzia».


Però è stato proprio Salvini a portare la Lega a percentuali mai raggiunte? 
«Bravissimo. Ma con una linea che cambia sempre diventa tutto difficile. Nella nostra zona serve tempo per creare fiducia. Perderla, invece, è una questione rapidissima». 


Ma non c’è proprio niente da salvare? 
«Qui si può dire che la Lega esiste perché c’è Zaia alla guida della Regione. Non a caso è l’unico che si batte per l’autonomia».


Lo vedrebbe prima o poi al governo del Paese?
«Lui può fare qualsiasi cosa. Ha già provato l’esperienza da ministro. È un decisionista. Ma questa caratteristica a Roma non è vista bene». 

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