Pensioni più basse per le trevigiane rispetto alle colleghe del resto d'Italia: «20 euro in meno»

Mercoledì 29 Novembre 2023 di Mattia Zanardo
Un momento dell'incontro di ieri

TREVISO - Le trevigiane percepiscono pensioni più magre non solo rispetto ai concittadini uomini, ma anche rispetto alle colleghe donne del resto d’Italia. L’ulteriore sfaccettatura del gap retributivo tra i due sessi emerge dal Rendiconto sociale per il 2022 della Direzione provinciale dell’Inps, presentato ieri all’auditorium della Cgil di Treviso. Il differenziale di genere trova purtroppo conferma anche nella Marca: pur rappresentando un contingente più numeroso (112.302, a fronte di 108.976 maschi a fine 2022) le pensionate ricevono un trattamento spesso inferiore dal punto di vista economico in pressochè tutte le categorie.

LE CATEGORIE

Prendiamo gli ex lavoratori dipendenti del settore privato, uno dei gruppi più significativi: per le donne, l’importo medio mensile si attesta a 883,27 euro lordi, meno della metà dei 1.854,28 corrisposti ai pensionati uomini. Fin qui, nulla di nuovo: conseguenza del fatto che molte donne hanno fatto le casalinghe o, se lavoravano, erano costrette a impieghi meno qualificati (e quindi meno retribuiti), magari part time o hanno dovuto interrompere la carriera per le maternità, ritrovandosi con versamenti discontinui e di entità minore. Una situazione frequente soprattutto nei decenni passati, ma tutt’altro che azzerata pure oggi. Nel 2022, ad esempio, il tasso di occupazione femminile nella fascia 15-24 anni in provincia di Treviso è più altro della media veneta e di quella nazionale (18.5% contro, rispettivamente, 16,8 e 13,5%). Nelle classi superiori, tuttavia, le proporzioni si ribaltano, sintomo che, a una un’entrata precoce nel mondo del lavoro, persino non proseguendo gli studi, poi subentrano difficoltà. La sorpresa forse maggiore del rapporto Inps, però, riguarda il confronto tra la Marca e il resto del paese: la media nazionale delle pensioni per le ex dipendenti, infatti, ammonta a 904,72 euro, con un divario di una ventina di euro a sfavore delle pensionate nostrane. Non sussiste, invece, per gli uomini: l’assegno mensile degli ex lavoratori è superiore di circa 80 euro rispetto ai 1.772,93 euro percepiti mediamente nell’intero Belpaese.

IL NODO

«Una delle ragioni - spiega Roberto Ghiselli, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza Inps - può essere legata al fatto che, in questa provincia, le donne in passato erano occupate prevalentemente in settori come l’agricoltura o il tessile- abbigliamento, dove i salari, e quindi i contributi, erano meno elevati rispetto ad altri comparti, oltre che in piccole imprese, rispetto a grandi industrie presenti in altre aree d’Italia». «C’è bisogno di sostenere le donne trevigiane nel trovare occupazione e avere carriere continuative, in modo da poter aspirare ad avere pensioni dignitose», ribadisce anche Roberta Carone, direttrice provinciale dell’Istituto di previdenza. Per la prima volta il rendiconto viene presentato con appositi focus locali: un’iniziativa di vicinanza al territorio, in concomitanza con la celebrazione dei 125 anni di fondazione dell’ente. «Treviso rimane una realtà virtuosa e ricca - sottolinea il direttore regionale Filippo Pagano - Anche se diversi indicatori economici, pur restando comunque positivi e ben al di sopra della media nazionale, tra il 2021 e il 2022 hanno avuto un andamento leggermente peggiore di altre province venete, dal tasso di occupazione, a quello di disoccupazione, a quello di inattività».

I LATI POSITIVI

Nella mole di informazioni, Paolino Barbiero, presidente del Comitato provinciale Inps di Treviso, evidenzia anche due elementi positivi: «Le famiglie che percepiscono gli assegni familiari superano le 88mila, prima della riforma erano 60mila. Gli Isee elaborati sono 112mila, cinque anni fa erano 50mila. Numeri positivi, però, ancora inferiori ai potenziali aventi diritto: per questo dobbiamo far conoscere queste possibilità». Non a caso, alla giornata sono stati invitati anche studenti del Liceo economico Riccati e del liceo musicale Marconi di Conegliano (esibitisi in un piccolo concerto): l’Inps porta avanti iniziative di cultura previdenziale, per sensibilizzare i giovani, e soprattutto le giovani, a crearsi una posizione pensionistica solida fin da subito

Ultimo aggiornamento: 07:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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