TREVISO - Quasi un terzo degli infermieri rifiutano l’assunzione nel momento in cui si comunica loro che non lavoreranno al Ca’ Foncello ma negli altri ospedali della Marca. «Per quanto riguarda l’ospedale di Treviso non ci sono grossi problemi - fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria trevigiana - mentre le cose sono un po’ diverse quando si parla degli altri ospedali periferici. Qualcuno rifiuta la proposta di assunzione: a livello medio, siamo nell’ordine di tre su dieci». Treviso è un hub. Cioè un centro di riferimento. Gli altri, invece, sono spoke, ospedali secondari non per importanza ma per ruolo all’interno della rete: Oderzo, Conegliano, Vittorio Veneto, Montebelluna e Castelfranco. Spesso si pensa che l’ingresso in un grande centro hub possa portare a una più rapida crescita professionale. Di contro, è anche vero che sono previste delle rotazioni. Ma alla luce delle dinamiche della domanda e dell’offerta, oggi le persone che hanno superato il concorso regionale hanno un certo margine di scelta. In ogni caso, si procede. I numeri nel loro complesso non sono affatto banali, soprattutto se paragonati alla pesante carenza di infermieri registrata solamente fino a pochi mesi fa.
IL CONCORSO
Sono 198 gli infermieri che nell’ultima selezione regionale lanciata da Azienda Zero hanno optato per l’Usl della Marca. Non appena avute le graduatorie, l’azienda sanitaria ha iniziato a inviare i telegrammi per procedere con le assunzioni. Il bando aveva messo in conto 150 posti da coprire solo nelle strutture pubbliche del trevigiano. Per queste si erano fatti avanti 449 professionisti. E alla fine si è arrivati a stilare una graduatoria di 222 infermieri. Di seguito assestatasi prima a 201 e poi a 198.
I POSTI
A livello generale, si parla di una copertura quasi totale rispetto al fabbisogno di 250 infermieri per i prossimi tre anni messo nero su bianco dall’azienda sanitaria.