TREVISO - Dominano le rive dei canali trevigiani e gli scorci più suggestivi e fotografati della città. Belli da vendere, ma altrettanto fragili per via di quelle fondamenta immerse nell'acqua e bisognose di tante cure e attenzioni. Sono i palazzi storici trevigiani affacciati lungo i tre cagnani che attraversano il centro storico e le loro derivazioni. E sono tutti sorvegliati speciali. Si tratta di circa duecento immobili di pregio, magari ristrutturati ma pur sempre a rischio per via del correre lento ma inesorabile dell'acqua. E questo scorrere incessante, martedì 13 settembre, ha causato il cedimento del terrapieno accanto al ponte Malvasia. In pochi secondi un pezzo di muro si è sbriciolato cadendo in acqua. Sopra c'era appoggiata la terrazzina del ristorante Malvasia, in questi giorni chiuso per ferie, che fortunatamente ha retto perché ben ancorata all'immobile.
LE CONTROMISURE
«Martedì anche i nostri tecnici sono usciti per valutare quanto accaduto accanto al ponte Malvasia - sottolinea Sandro Zampese, assessore ai Lavori Pubblici - ma l'immobile in questione appartiene a un privato che, adesso, dovrà provvedere a rimuovere il materiale caduto in acqua e a ripristinare il muro. Noi, in collaborazione col Genio, ci siamo preoccupati delle condizioni della sponda». Il ponte non corre alcun pericolo, ma il cedimento accende i riflettori sulla tutela di un patrimonio che rappresenta il cuore della città: «Gli immobili lungo le sponde sono tutti privati - premette l'assessore - ma ciò non toglie che la nostra attenzione resti sempre alta per quanto riguarda controlli e segnalazioni. E sotto questo punto di vista è fondamentale la collaborazione tra noi, il Genio e i proprietari». Del resto, la lotta contro il degrado passa anche da questo. E se gli immobili storici sono costantemente sotto la lente d'ingrandimento di Ca' Sugana il merito è anche del nucleo anti-degrado della polizia locale, specializzazione voluta dal comandante Andrea Gallo che ha destinato tre agenti a questo compito e adesso ne aggiungerà un quarto.
LE INDAGINI
La valutazione delle condizioni degli immobili cittadini rappresentano una fetta importante dei lavori del nucleo. «Ogni giorno - spiega il comandante - i nostri agenti fanno 4-5 sopralluoghi per constatare con mano le condizioni delle aree che vengono segnalate. La maggior parte riguarda però immobili in periferia. Interveniamo anche in centro storico, dove per alcune situazioni abbiamo dovuto chiamare i proprietari». Ma è nei quartieri che si sviluppa il lavoro maggiore. Il nucleo, anche con l'utilizzo di droni, si è ormai specializzato nella non semplice ricerca dei proprietari, molto spesso residenti in altre città o addirittura all'estero. Le modalità d'intervento prevedono segnalazione, diffida e poi ordinanza sindacale per il ripristino dei luoghi. In caso di resistenza a oltranza possono scattare multe salate e denunce: «In via Gelsi e lungo il Terraglio - continua Gallo - abbiamo risolto un paio di situazioni complicate. Dall'inizio dell'anno a oggi sono state una decina le ordinanza fatte per il ripristino degli immobili. Azioni fondamentali soprattutto per evitare che il degrado diventi un problema sanitario».