TREVISO - La migliore scuola della Marca è il liceo scientifico Flaminio di Vittorio Veneto. L’istituto arriva a sfiorare un indice dell’86,5 (su 100) nel calcolo ponderato della media dei voti e dei crediti ottenuti dagli ex allievi passati all’università. Per chi guarda al mondo del lavoro, invece, il miglior istituto è il Verdi di Valdobbiadene. Qui quasi l’86,5% degli ex allievi che non sono andati all’università hanno trovato lavoro entro due anni dal diploma. Sono questi i due fulcri della mappa dell’istruzione nel trevigiano in base ai risultati della ricerca nazionale Eduscopio della Fondazione Agnelli. «Abbiamo accolto questo risultato con grande soddisfazione – spiega Alfredo Mancuso, preside del liceo Flaminio di Vittorio Veneto - è frutto di un lavoro scrupoloso, attento e proficuo della dirigente che mi ha preceduto, recentemente scomparsa». Il riferimento è a Emanuela Da Re, mancata alla fine di settembre a 56 anni a causa di una malattia. «Il risultato - continua Mancuso - è conseguenza di un egregio lavoro dei docenti, di uno studio serio e approfondito dei discenti e della collaborazione delle famiglie durante tutto il percorso scolastico».
In cima alla graduatoria
Nella top5 riguardante l’università ci sono anche il liceo scientifico Giorgione di Castelfranco, il liceo delle scienze applicate Verdi di Valdobbiadene e sia il liceo scientifico che quello classico del Levi di Montebelluna. «Il risultato è fonte di soddisfazione - sottolinea Ezio Toffano, preside del Levi - mi complimento con gli studenti che hanno frequentato il nostro liceo per la loro positiva carriera universitaria». Un punto di vista condiviso da Francesca Tonel, presidente del consiglio d’istituto del Levi: «Il riconoscimento deriva dal lavoro portato avanti in tanti anni e dagli sforzi di studenti, docenti e anche dei genitori - aggiunge - un lavoro di squadra arrivato a premiare anche sul fronte della didattica».
Più provincia che città
A livello generale, le scuole della provincia superano ancora una volta quelle di Treviso. Nella top5 non ci sono istituti del capoluogo. Non mancano picchi come il primo e il secondo posto del liceo Da Vinci rispettivamente nell’indirizzo sportivo e in quello delle scienze applicate, così come il primo posto del Giorgi-Fermi nell’ambito tecnico-tecnologico e il secondo del Canova tra i licei linguistici. Ma complessivamente la città sembra fare più fatica. Ed è lo stesso Toffano a indicare dei nodi nella ricerca: «Purtroppo non tiene conto del contesto sociale e familiare, come invece accade con le prove Invalsi. Così a un aumento delle iscrizioni, parametro positivo, potrebbe far da contraltare una prestazione meno performante».
Il fattore Covid
È il secondo aspetto richiamato da Toffano: «La rilevazione esamina anche studenti che hanno vissuto le limitazioni del 2020 e 2021». Tra lockdown e la didattica a distanza. «In quel triste periodo abbiamo cercato di non appiattirci sulle semplici video-lezioni - ricorda - mantenendo corsi di recupero, sportelli di sostegno e una dignitosa quota di attività integrative». Le cose potrebbero essere più pesanti quando gli studenti che hanno vissuto quel periodo tra le medie e l’inizio delle superiori arriveranno al diploma. Mario Dalle Carbonare, preside del liceo Da Vinci di Treviso, guarda ai risultati con equilibrio. «Non mi straccio le vesti quando non sembrano positivi e non brindo quando lo sono - mette in chiaro - certo, fanno piacere. Ma risultati di questo tipo non possono rappresentare l’unica bussola per i genitori, tanto più che sono inevitabilmente riferiti a due anni fa, nella scelta delle scuole. Noi, ad esempio, non li pubblicizzeremo nei prossimi Open-day». Tra chi mette assieme una doppietta, inserendosi tra i migliori sia per l’università che nel mondo del lavoro, c’è infine anche l’istituto enologico Cerletti di Conegliano. «Un riconoscimento che ci fa enorme piacere: la conferma dei riscontri che abbiamo quando i ragazzi rientrano dall'esperienza di Pcto (l’ex scuola-lavoro, ndr) - tira le fila la preside Mariagrazia Morgan - le aziende sono sempre molto soddisfatte della preparazione in generale e delle competenze specifiche che gli studenti dimostrano di possedere».