CODOGNÈ - Catuscia Cappellotto non riesce a darsi pace. La bolletta di 2.053,42 euro per l'elettricità del mese di gennaio al suo locale, il Dancing Pergola Imperiale, è spietata quanto le chiusure che dal febbraio 2020 hanno azzerato la sua attività, che avrebbe compiuto quest'anno 60 anni.
IL SALASSO
«Siamo alla disperazione dichiara Catuscia trattenendo a stento le lacrime. Abbiamo aperto brevemente a giugno scorso per poi chiudere prima di Ferragosto. I ristori sono minimi e a giugno dovrò licenziare i tre collaboratori fissi che sono in cassa integrazione a 450 euro al mese, tra cui mia figlia Rossella. Oltre alla bolletta Enel ci sono quella di 2.108 euro di Savno e i 900 euro per l'acqua. Quasi 30mila euro l'anno di spese che mi stanno mettendo in ginocchio, senza contare i debiti con i fornitori. La nostra categoria non viene mai nominata, le discoteche saranno le ultime a riaprire. Mi piange il cuore soprattutto per mio padre e mia madre che per cinquant'anni hanno lottato. Oggi rischiamo di fallire».
LO SCONFORTO
Catuscia si è battuta anche nelle piazze di Treviso, Venezia, Padova e Roma dove ha partecipato a tutte le manifestazioni indette da quella che definisce una categoria Cenerentola, tanto poco è considerata. Non smette di sperare, ma l'unico appiglio al momento si traduce in aiuti che finora sono stati minimi. Adesso le forze fisiche e mentali la stanno abbandonando. È stanca di lottare contro muri di gomma e restrizioni che non può più sopportare. «Al nostro settore sono legate molte realtà spiega: l'intrattenimento, le orchestre, gli stagionali. Le riaperture promesse in questi giorni non mi fanno certo fare salti di gioia. Come reagiranno i clienti abituali? Torneranno o avranno paura? Sono tutte incognite che non trovano risposte certe. Di sicuro so solo che dovrò pagare anche le bollette dei mesi in cui siamo rimasti chiusi. Ho sentito i gestori, fra cui Enel, ma dicono che i consumi sono effettivi. Eppure abbiamo acceso solo la macchina da caffè. Queste sono cifre che pagavo quando funzionavo a pieno ritmo, con un'orchestra di otto elementi. Come è possibile che debba pagare la stessa cifra dopo un anno di chiusura? Di questo passo un'altra attività storica sarà costretta inesorabilmente a chiudere, a meno di aiuti veramente concreti e immediati da parte del nuovo Governo».