Taglio di Po. Progetto per un nuovo allevamento da 300 mila galline: proteste contro il "Pollesine"

Venerdì 16 Dicembre 2022 di Francesco Campi
Un allevamento intensivo di polli

TAGLIO DI PO - Polli, capponi, galli livornesi, galli golden e faraone. Non sono un menù natalizio, anche perché sarebbe eccessivo, trattandosi di 295.336 capi. Sono invece la disponibilità prevista per il nuovo allevamento avicolo intensivo, chiamato Po5, che si vorrebbe realizzare in via Alessandria, a Taglio di Po, sulla sponda opposta del Po rispetto a Cavanella. A proporre il progetto è la Società agricola Erica, che ha sede a Roncofreddo, in provincia di Forlì, ma che è già ben presente in Polesine, dove gestisce quattro allevamenti, due sempre a Taglio di Po, Po1 e Po3, e altri due ad Ariano Polesine, Po2 e Po4, e che nel 2018 si è vista bocciare dal Comitato Via provinciale con un giudizio di compatibilità non favorevole un progetto per un triplo insediamento a Polesine Camerini. A Taglio di Po sorge anche il “megapollaio” ex Liberelle, ora Eurovo, da 1.436.898 galline ovaiole.
Il nuovo allevamento, oggetto della domanda di Valutazione d’impatto ambientale e contestuale Autorizzazione ambientale avanzata alla Provincia il 5 settembre scorso, con osservazioni presentabili fino al 28 dicembre, era già stato autorizzato nel 2017, con ulteriore autorizzazione ad un piano che ne prevedeva un ampliamento, nel novembre del 2020. Quella presentata a settembre è di fatto un’ulteriore richiesta di ampliamento di allevamento a terra di galli e faraone, seppur ancora non realizzato, che consentirebbe di passare dai 155.440 capi già autorizzati a circa il doppio. Questo perché, rispetto alle previsioni iniziali di accasamento di 10 capi per metro quadro nei quattro capannoni da 3.886 metri quadri, si vorrebbe passare a 19. Una soluzione, spiega l’azienda, che servirebbe per una contestuale riduzione a 19 capi per metro quadro in tutti e cinque gli allevamenti polesani.

IL PROGETTO 

«In relazione all’andamento del mercato – si spiega in una nota - l’azienda potrà accasare faraone, polli da carne, capponi o galli che hanno ritmi di ingrasso diversi e diversi interessi commerciali. Secondo il progetto, redatto dal geometra Enea Zerbin, il complesso sarà così costituito: quattro capannoni avicoli completi di attrezzature; una palazzina dei servizi in cui sono presenti l’ufficio veterinario, la zona filtro, le docce, i bagni; un magazzino deposito rifiuti, medicinali veterinari, sanificanti; una piazzola con arco di disinfezione; box per abbattimento polveri ed odori nelle vicinanze dei ventilatori; una siepe. Gli animali verranno inseriti ad un’età di 1 giorno e rimarranno per un periodo variabile a seconda della specie: circa 50 giorni nel caso di polli da carne, periodi più lunghi nel caso di capponi, galli livornesi, galli golden o faraone».

PROLIFERAZIONE 

La proliferazione di allevamenti avicoli in provincia di Rovigo non è una novità. Negli anni scorsi a battersi «contro la trasformazione del Polesine in Pollesine», insieme a vari comitati, era stata in particolare la consigliera regionale cinquestelle Patrizia Bartelle, che nel 2020 non è stata rieletta. Solo l’anno scorso, è stato autorizzato un allevamento da 57.711 galline a Boara Polesine, della Società agricola Sant’Andrea di Pozzonovo; è stata chiesta e ottenuta un’autorizzazione all’ampliamento da 65.400 a 148mila capi dalla Società agricola Munerato di Crespino; è stata avanzata istanza per l’ampliamento da 165mila a 275mila capi dalla Società agricola Tiozzo Carlo in località Mea a Porto Viro; e ancora hanno ottenuto facoltà di ingrandirsi l’Avidelta a Ca’ Pesara di Porto Viro, l’Agrifree lOvomas di Gavello.

Ultimo aggiornamento: 17:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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