Crollo di iscrizioni alle scuole elementari: il prossimo anno 432 alunni in meno

Sabato 12 Giugno 2021 di Nicola Astolfi
Bambini all'uscita delle scuole elementari

ROVIGO - Per l’anno scolastico 2021-22 sono state complessivamente 4.976 le domande di iscrizione alle prime classi delle scuole statali del Polesine: 103 in meno rispetto alle prime iscrizioni all’anno scolastico in corso.

Tra iscrizioni e posti previsti per il prossimo anno la tendenza strutturale resta dunque di diminuzione, con 432 alunni in meno (-1,72%) in previsione, alla quale corrisponderebbe solo teoricamente una riduzione di 78 posti negli organici dei docenti. La riduzione del numero di studenti è più alta alle elementari (-363 studenti) e meno significativa alle superiori (9 studenti in meno), unico ordine di istruzione che a fine gennaio aveva contato in aumento (+27) le iscrizioni alle classi prime. 


LA SITUAZIONE
Tra nuove iscrizioni, studenti in uscita e domande di cessazione analizziamo quale sia la situazione per gli organici docenti, in vista del prossimo anno.
«La situazione degli organici di diritto nella provincia di Rovigo prevede un taglio di 78 unità di personale docente - risponde il professor Alessandro Casarotti, responsabile territoriale Uil Scuola -. Ciò è dovuto al calo di iscrizioni alla scuola dell’infanzia (-75) e alla scuola primaria (-363), mentre alla scuola secondaria di secondo grado sono solamente 9. Questo in via teorica». 
Malgrado la flessione registrata nel numero di alunni, le disposizioni di legge per contrastare il coronavirus viene da chiedersi quali effetti avranno sulle dotazioni organiche. Se cioè aumenteranno come richiesto dalle organizzazioni sindacali, o vi sia piuttosto il timore che a scuole e docenti saranno richiesti altri aggravi lavorativi. «Non vi è l’aumento, inversione di rotta da anni richiesta a gran voce dai sindacati della scuola insieme anche a chi la scuola la fa, vale a dire docenti e dirigenti scolastici. La pandemia e la didattica a distanza hanno dimostrato definitivamente la fragilità del nostro sistema scolastico, dopo decenni di insensati tagli al personale docente e Ata: tagli che si sono voluti fare sulla pelle prima di tutto dei nostri bambini e ragazzi, destinatari dell’azione educativa e dell’istruzione. È una visione miope, che non vede al di là dei vincoli di bilancio dettati dallo Stato e dall’Unione europea. Il mancato investimento sulle giovani generazioni - prosegue Casarotti - si sta già ripercuotendo sulla situazione economica e sociale del nostro paese. Ora con la pandemia, lo Stato è costretto, almeno per l’anno prossimo, a riconoscere un organico dei docenti quasi invariato rispetto a quest’anno. È cambiata la distribuzione dei posti, con un aumento dei posti di sostegno e di potenziamento a scapito dei posti comuni. Il saldo negativo totale, come si evince dalle tabelle trasmesse dall’Ufficio scolastico regionale, è stato contenuto a soli 3 posti. Questo, però, solo per quest’anno». 


PERSONALE ATA
Anche le previsioni sugli organici Ata appaiono incerte.
«Le cifre registrano un aumento di 2 unità di Dirigente dei servizi generali e amministrativi, e purtroppo una diminuzione di 2 unità di collaboratori scolastici a livello provinciale - spiega il rappresentante sindacale -, non c’è stato in questo caso nessun rafforzamento nel numero del personale Ata, nemmeno tra i collaboratori. Non si è tenuto conto di quanto ci ha insegnato la pandemia, che ha soltanto reso ancora più palese l’inadeguatezza già conclamata dei contingenti di personale della scuola. Infatti, l’emergenza Covid ha costretto lo Stato a inventarsi, per correre in qualche modo ai ripari, l’assunzione del cosiddetto personale Covid, per tamponare le falle già esistenti da tempo. Ora il sindacato ne chiede a gran voce la stabilizzazione». 
 

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