Tragedia dell'Epifania, disposta l'autopsia sul corpo di Guglielmina Pasetto

Sabato 8 Gennaio 2022
L'intervento di pompieri e forze dell'ordine nella casa dei due coniugi al Bassanello

ROVIGO - Purtroppo la dinamica della tragedia dell’Epifania che ha funestato la fine delle festività a Rovigo sembra essere già chiara agli inquirenti, che continuano tuttavia a mantenere alto il riserbo alla luce della delicatezza della vicenda. L’autopsia che sarà eseguita a breve sulla salma di Guglielmina Pasetto, 71 anni, da tutti conosciuta come Delfina, originaria di Frassinelle, ex assicuratrice e consulente del lavoro, sembra ancora lasciare aperto uno spiraglio a una possibile ricostruzione alternativa rispetto a quella dell’omicidio-suicidio, ovvero di una morte per cause naturali della moglie che potrebbe aver gettato nello sconforto il marito, Renzo Cavazza, 76 anni, originario di Molinella, ferroviere in pensione, già afflitto da problemi depressivi, portandolo a compiere un atto autolesivo impiccandosi all’armadio di camera da letto. La stessa stanza dove si trovava il corpo senza vita di Delfina, riversa sul letto.

POCHI DUBBI

Tuttavia, plurimi elementi concordanti sembrerebbero far nettamente prevalere l’ipotesi di un doppio gesto compiuto dall’uomo prima nei confronti della moglie, che sarebbe stata soffocata con un cuscino, poi nei confronti di se stesso. Per dissipare ogni residuo dubbio, anche se in ogni caso dal punto di vista penale nulla più rileva, sarà eseguito l’esame autoptico. L’autopsia è prevista per martedì, dopo che il sostituto procuratore Valeria Motta, che coordina le indagini, assegnerà l’incarico al medico legale ferrarese Lorenzo Marinelli, chiamato a dissipare gli ultimi residui dubbi sulle cause della morte della donna.
A dare l’allarme dopo le numerose chiamate a vuoto sono stati i nipoti della coppia, i figli di un fratello di Delfina che vivono fra Montagnana e Padova. Sapevano che lo zio stava attraversando un periodo difficile, uno stato depressivo aggravato dall’ansia provocata dalla pandemia, e lo avevano spronato ad andare a farsi visitare da uno specialista. E tutti i giorni chiamavano, verso le 9. Giovedì il telefono ha squillato a vuoto ripetutamente, fino all’una, quando la preoccupazione che fosse accaduto qualcosa di grave è diventata sempre più alta. Sul posto sono arrivati Suem, vigili del fuoco e polizia. Poi la drammatica scoperta una volta aperta la porta del loro appartamento di viale Porta Po, nel condominio “Mirabella”, al civico 7D, a pochi passi da corso del Popolo, prima del ponte del Bassanello.

La tragedia ha lasciato attonita la città e profondamente rattristato amici e conoscenti dell’anziana coppia. In tanti hanno ricordi pieni di affetto nei confronti di Delfina. «Una signora molto cortese e affabile», la tratteggia una vicina, mentre un’amica la saluta così su Facebook: «Ciao Delfina sei sempre stata la più dolce delle persone che ho conosciuto avevi sempre una buona parola, condoglianze alla famiglia». Fra quanto viene rammentato sulla 71enne, anche un fatto che riporta agli albori dell’informatica, raccontato da un suo amico: «La signora Delfina era proprio una bella persona e la sua scomparsa rattrista molto perché era buona, simpatica e solare, non penso che avesse nemmeno bisogno più di tanto del marito perché sapeva gestirsi bene da sola nonostante l’emiparesi, andava anche a farsi le sue spese. Tuttavia, dopo l’ictus aveva dovuto lasciare il lavoro».

PRIMO COMPUTER

L’anziana lavorava «nello studio del dottor Piero Pavanello, all’inizio del Corso, che si occupava di consulenza del lavoro e gestiva anche la Vittoria assicurazioni, il padre di Mara e Andrea, a loro volta consulenti di lavoro, il figlio attualmente anche assessore al Bilancio di Rovigo. Nel 1978 lo studio Pavanello aveva comprato, in società con la signora Livia Ramazzina e lo Studio Prearo di Lendinara, un computer che occupava tutta una stanza. Dati i costi enormi e l’ingombro, perché era uno dei primi complessi ed enormi computer, era stato acquistato in condivisione da tre consulenti del lavoro che a turno, mandavano i propri impiegati a lavorare su questa grande macchina. Delfina era fra queste, bravissima e intelligentissima. Purtroppo ha poi avuto la disgrazia dell’ictus che l’ha costretta a fermarsi dal lavoro».
 

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