Lettera contro la pm: «Dimettermi?
Non esiste. Colpa di un vigliacco»

Venerdì 1 Gennaio 2016 di Marina Lucchin
Lettera contro la pm: «Dimettermi? Non esiste. Colpa di un vigliacco»
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ROVIGO - Julik Zanellato si assume tutta la responsabilità per lo «scandalo» della lettera inviata al ministro Andrea Orlando contro il pm Sabrina Duò. Non per questo, però, rassegnerà le proprie dimissioni. Anzi. Nel caso l'assemblea provinciale convocata per il 18 gennaio decidesse di andare a congresso straordinario, il segretario del Pd polesano è pronto a ricandidarsi: «Non voglio lasciare il partito in mano a chi fa ancora vecchia politica, preferisco andare avanti attendendo di venire "rottamato" dalla nuova generazione, che sta crescendo ma non è ancora pronta ad affrontare questo incarico gravoso». Il numero uno del Pd dopo tre giorni di bufera ieri ha convocato una conferenza stampa.

Segretario, dopo questo caos lo rifarebbe?
«Col senno di poi non riscriverei la lettera, prima di tutto perchè è stata strumentalizzata e poi perchè ha messo in imbarazzo alcune persone e me ne dispiaccio. Questo però non vuol dire che non mi batterei per evitare la spettacolarizzazione delle inchieste. È una battaglia di civiltà che va fatta».

Ha mai pensato di rassegnare le dimissioni?
«Non è un'opzione contemplata. Se si andrà a congresso anticipato, come richiesto dalla minoranza del partito, sono pronto a ricandidarmi».

Di chi è stata l'iniziativa della missiva?
«Mi assumo la totale ed esclusiva responsabilità della lettera inviata a Orlando in agosto. Libero da qualsiasi corresponsabilità altre figure e organismi dirigenti del Pd a qualsiasi livello, così può cessare ogni imbarazzo. Con il Ministro non ho mai avuto alcun contatto né preventivo né successivo alla spedizione della lettera, cui non è seguita alcuna risposta, giunta a Roma con plico postale in busta chiusa. Paradossalmente quella corrispondenza personale è stata violata nella sua segretezza, in dispregio del dettato costituzionale. Ne è uscita una campagna mediatica di rilevanza nazionale che sta infangando la storia e la credibilità del sottoscritto».

Ma chi poteva avere accesso alla lettera se era una corrispondenza privata tra lei e il ministro?
«La lettera è depositata nell'archivio della sede del partito, a cui hanno accesso pochissime persone. Non ho idea di chi possa essere stato. E per questo sfido quel vigliacco che ha deciso di divulgare la mia corrispondenza personale di uscire allo scoperto, di metterci la faccia, così poi ci confrontiamo sulle tematiche della giustizia e sulle proposte per migliorarne il funzionamento. Magari organizziamo una bella tavola rotonda con esperti del settore. Ripeto: sono curioso di vedere la faccia di quel codardo».

Zanellato si scaglia feroce anche su persone esterne al partito: «Chi intende speculare su questa vicenda, come sta facendo qualche sciacallo politico, è bene che impari a misurare la propria foga sui social network. Consiglio al sindaco di Rovigo di evitare voli pindarici inopportuni. Pensi a Belsito: Bergamin non è credibile nelle crociate contro la casta, in quanto lui ne è il massimo esponente rodigino della casta, avendo vissuto esclusivamente di incarichi politici in questi anni».
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