ROVIGO - Ogni 100 litri immessi nella rete idrica della città di Rovigo, quasi 39 vanno persi. Una media di 130 litri per abitante. Non sprecati per usi impropri, ma proprio fuoriusciti dalla rete idrica. Il dato, riferito al 2020, è contenuto nel report “Le statistiche dell’Istat sull’acqua”, diffuso il 22 marzo scorso in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Il dato complessivo, riferito ai soli 109 Comuni capoluogo, dove risiedono 17,8 milioni di abitanti, il 30% circa della popolazione nazionale, è che nel 2020 sono andati dispersi 0,9 miliardi di metri cubi, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete, era il 37,3% nel 2018. La stima complessiva a livello nazionale è ancora più alta: il 42% di dispersione, pari a 3,4 miliardi di metri cubi, ovvero
SOPRA LA MEDIA
Rovigo è leggermente sopra la media dei capoluoghi. L’acqua immessa nella rete idrica cittadina nel 2020 è stata infatti pari a 6.163.000 metri cubi, 335 litri per abitante, ma quelli effettivamente erogati ed utilizzati sono stati 3.770.000, 205 litri per abitante. Questo significa che sono andati persi 2.393.000 metri cubi, 130 litri per abitante. A livello percentuale significa che il 38,8% dell’acqua immesso nelle reti del territorio comunale di Rovigo si perde per strada, nelle tubature. Con una stima di dispersione per chilometro di tubature al giorno fra i 15 e 24 metri cubi. In più di un terzo dei capoluoghi, comunque, va decisamente peggio che a Rovigo, con perdite totali superiori al 45%. Addirittura sopra il 65% si trovano Siracusa, Belluno, Latina e Chieti. Le più virtuose, ma entrano in gioco anche i criteri di misurazione, sono Macerata con il 9,8% di perdite, Pavia con l’11,8% e Como con il 12,2%. L’ultimo dato provinciale, di Arpav, risale al 2006 e indica in poco meno del 30% le perdite dell’intera rete polesana.
ENORMI SPRECHI
Numeri che già di per sé indicano lo spreco di una risorsa preziosa, oltre che di energia e denaro per i processi di pompaggio e depurazione, e che fanno ancora più effetto in un momento come quello che il Polesine, come tutto il bacino padano, sta vivendo a causa della siccità.
GLI INTERVENTI
Per la riduzione delle perdite nelle reti idriche italiane, trattandosi di investimenti strategici nel senso della sostenibilità, il Pnrr ha stanziato 900 milioni di euro su scala nazionale. Anche il Consiglio di Bacino Polesine ha partecipato con un progetto dall’importo di ben 18 milioni di euro, redatto dalla struttura tecnica di Acquevenete, che prevede l’intervento sulla maggior parte della rete acquedottistica dell’Ato Polesine, digitalizzandola, così da ridurre le perdite di oltre il 20%. Questo progetto, spiega il presidente del Consiglio di bacino Leonardo Raito «è complementare a quello sperimentale già avviato da Acquevenete nel 2020 con la collaborazione della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara, che interessa la rete servita dalla centrale di Occhiobello. L’obiettivo di riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua rappresenta una delle sfide attuali e future più impegnative. La graduatoria del bando dovrebbe uscire dopo l’estate. Se ci finanziano potremo sostituire oltre oltre 1.700 chilometri di reti che potrebbero consentire un risparmio fino 30% delle perdite, con benefici ambientali ed economici».
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