ALTO POLESINE - Una relazione semiclandestina, andata avanti per anni, poi trasformatasi in un incubo per una giovane donna altopolesana, che è arrivata ad essere ricattata sessualmente ed economicamente dal suo amante. Anche a causa di foto che la ritraevano nuda e che hanno trasformato il legame affettivo in una catena infernale, attraverso la quale l'uomo si è letteralmente accanito contro di lei chiedendole prestazioni sessuali, l'invio di video erotici spinti ed il pagamento di cifre consistenti. Tutto con toni fortemente dispregiativi e con comportamenti aggressivi e sempre più insistenti ed ossessivi. La minaccia di tappezzare con le sue foto erotiche tutte le strade del paese dell'Alto Polesine dove vive la donna è stata tale da spingerla anche versare somme ingenti, che secondo quanto asserito sarebbero arrivate fino ad un totale di 20mila euro. Fino a quando non ha trovato il coraggio di spezzare la catena e denunciare tutto, per cercare di uscire dalla spirale morbosa che stava distruggendo la sua vita.
LA CONDANNA
Nei confronti dell'uomo, un 49enne di Este, è subito stata emessa la misura del divieto di avvicinamento alla donna e ieri, difeso dall'avvocato Stefano Fratucello di Padova, è stato giudicato in abbreviato dal giudice per le udienze preliminari Silvia Varotto, che l'ha condannato per stalking ed estorsione ad una pena di 2 anni e 6 mesi, già comprensiva della riduzione di un terzo in virtù del rito scelto, oltre al pagamento di una provvisionale di 7mila euro quale risarcimento alla vittima, costituita parte civile con l'avvocato Anna Osti.
OPPRESSIONE
Incalzata da messaggi sempre più pesanti:mille euro e un video. Mi fai incazzare: hai tempo fino a martedì. Aspetto fino a mercoledì: mille adesso, 3mila mercoledì e gli altri a dicembre. Altrimenti ti rovino, maledetta infame, sarà pieno di tue foto. Se sgarri ti faccio la guerra». Il tutto corredato dall'invio di foto di coltelli che hanno reso il quadro ancora più inquietante. E opprimente. Fino a quando non ha realizzato che una via d'uscita c'era: denunciare quello che da amante si era ormai trasformato in una sorta di aguzzino. Tutto anche a causa di immagini che erano in suo possesso e che erano usate come una clava per minacciare e ricattare.