ROVIGO - L'unità e la compattezza di Fratelli d'Italia dovranno essere l'obiettivo post congressuale e non vi è nulla di male ad avere due candidati alla guida del partito cittadino. Matteo Zangirolami analizza così sia il fatto che sabato sera, all'ultimo momento, sia stata depositata la candidatura di Mattia Moretto contro di lui, sia le critiche venute da quest'area rispetto al fatto che nel mentre da mesi si sarebbe lavorato perché Moretto, presidente del consiglio comunale, fosse il candidato unico, Zangirolami (assessore fino a una settima fa, licenziato dal sindaco Valeria Cittadin) mercoledì scorso ha ufficializzato la sua corsa alla segreteria dei Fratelli rodigini. «Il congresso era stato congelato, come in tutti i comuni, l'anno scorso, non è certo una novità - inizia Zangirolami - ho ufficializzato la mia candidatura mercoledì, solo tre giorni prima della chiusura del termine e quasi al fotofinish rispetto a quando era stata annunciata la data congressuale: ho atteso forse anche troppo.
Ribalta così la critica che ha ricevuto sugli avversari, anche se dalle sue parole non esce alcuno spunto polemico particolare. «Mi auspico che in questi pochi giorni verso il congresso vi sia un confronto nel rispetto e nella correttezza. La cosa che conta di più è che il giorno dopo si lavori all'unità del partito, riconoscendo quanto avrà scelto la base e che sia legittimato chi sarà stato chiamato a guidare FdI in città. Ritengo sia normale che in un congresso vi sia un confronto democratico, soprattutto quando si hanno circa 750 iscritti. Non trovo sconvolgente, dunque, che vi siano due candidature. Gli iscritti si esprimeranno e il giorno dopo lavoreremo uniti e coesi».
La scelta
Come è nata la sua decisione di proporsi alla guida del partito nel capoluogo? «Il mio percorso è noto ed è stato fatto sempre con coerenza e spirito di servizio per la città e per il partito. Ho dato la disponibilità a candidarmi per la forte e insistita richiesta di un numero importante di iscritti e dirigenti, che mi hanno chiesto di presentarmi, non è stata una mia imposizione». Vi sono segni di una fluidità di movimenti tra correnti, con alleanze che cambiano rispetto a poco tempo fa, per esempio la divisione tra l'ex assessore Mattia Maniezzo che sostiene Moretto e il capogruppo Renato Campanile che sta con lei. E poi ci sono le parole del consigliere Nello Piscopo che critica la sua scelta che sarebbe stata una fuga in avanti a scapito della ricerca della lista unica. «Rispetto a quanto detto da Piscopo, faccio presente che su nove consiglieri comunali, sei sono con me, i tre restanti sono Moretto e sua sorella Sara, e Piscopo. Gli equilibri si vedono già nel gruppo consiliare come sono e credo che questo sia un sostegno importante. Gli altri fanno liberamente le loro scelte. Mi auguro che la base voti secondo i contenuti che i candidati presenteranno. Ho il massimo rispetto di quanto decideranno gli iscritti».
Fratture
Resta sempre la sensazione netta che FdI a Rovigo e In Polesine continui a essere insanabilmente divisa. «C'è bisogno che il partito trovi serenità - conclude Zangirolami - e che inizi a discutere di temi concreti della città. Fratelli d'Italia è il primo partito è ha il dovere di avere posizioni e avanzare proposte da mettere a disposizione della coalizione per discuterne tutti insieme. È ora di iniziare a fare politica vera, sui problemi della gente e non su ruoli e poltrone. È questo che la gente vuole da noi, invece finora ci sono stati pochi contenuti e tanta forma, per quanto anche questa conti. Dobbiamo far sì che ogni iscritto possa sentirsi coinvolto e partecipe nelle scelte del partito, poter dare un'opinione».