Malore, Simone, 51 anni, in missione umanitaria trovato privo di vita in Mozambico

Era il figlio dell'ex sindaco di Rovigo, Carlo Brazzarotto scomparso nel 2012

Mercoledì 2 Novembre 2022 di Francesco Campi
Simone Brazzorotto, deceduto a Nampula, in Mozambico
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ROVIGO - Si è spento a oltre 10mila chilometri dalla sua Rovigo, a Nampula, in Mozambico, in per un malore che lo ha stroncato ad appena 51 anni, computi lo scorso settembre. Simone Brazzorotto, figlio dell’ex sindaco socialdemocratico Carlo Brazzorotto (morto nel 2012), in carica fino al 1993, quando fu costretto alle dimissioni a causa delle vicende legate a Tangentopoli, dalle quali era poi uscito senza condanne ma fortemente provato, si trovava nel Paese africano da una dozzina di anni. Un Paese dove sono nati i suoi due figli, avuti con due diverse compagne. Un Paese dove, secondo le associazioni umanitarie, circa la metà dei bambini vive sotto la soglia di povertà e quasi il 40% vive situazioni di malnutrizione, e che negli ultimi anni sta vivendo una recrudescenza delle violenze terroristiche, di natura jihadista, in particolare al nord, nella provincia di Cabo Delgado, ma che, come spiega l’Unhcr, ultimamente si sono estese anche alla vicina provincia di Nampula, a settembre teatro di quattro attacchi da parte di gruppi armati, che hanno colpito almeno 47mila persone e ne hanno costrette alla fuga 12mila. Anche se le notizie arrivate sono frammentarie, la morte di Brazzorotto non è in alcun modo correlata alle violenze jihadiste, bensì ad un quadro di salute non ottimale che stava attraversando nell’ultimo periodo. La morte risale alla fine della scorsa settimana. Sarebbe stato un amico a trovarlo senza vita nella sua stanza, dopo che da qualche giorno non aveva più sue notizie.

LA NOTIZIA DALL’AFRICA

E' stato lo stesso amico a comunicare ai familiari la dolorosa notizia. «Trapela pochissimo - spiega uno dei suoi amici d’infanzia particolarmente provato dalla notizia -. Erano ormai circa tre anni che non avevo più sue notizie, non è facile comunicare con il Mozambico. Nemmeno arrivarci, perché i voli sono pochi e costosi, bisogna passare dal Kenya e poi cercare voli interni. Da quello che so, ultimamente non se la passava bene, ma non aveva alcuna intenzione di tornare in Italia. Era un ragazzo dal cuore grande, un ragazzo buono e generoso, una bella persona».
Simone è stato un ragazzo brillante, sempre pronto alla battuta, dall’intelligenza acuta. Gli amici lo chiamavano “Rana”. Aveva studiato Ragioneria, poi aveva vissuto una fase di turbolenze che lo aveva portato a Milano. E provvidenziale era risultato l’incontro con la comunità Saman, quella fondata da Mauro Rostagno, attiva nel recupero dei tossicodipendenti, nella quale aveva iniziato a lavorare come contabile.

L’IMPEGNO

Ed è proprio nell’ambito della collaborazione con Saman che gli era stata offerta l’opportunità di collaborare in una missione umanitaria focalizzata sui bambini, proprio in Mozambico. Un Paese che gli era entrato nel cuore, tanto da scegliere di rimanere lì, in un luogo naturalisticamente incantevole come Ilha de Moçambique, Isola di Mozambico, un’isola corallina con meno di 15mila abitanti, porto storico dell’espansione coloniale portoghese, oggi collegata alla terraferma da un lungo ponte. Qui Brazzorotto aveva aperto una propria società, unipersonale a responsabilità limitata, “Sibra”, attiva nell’ambito delle consulenze tecniche, informatiche e commerciali. Un’avventura professionale che non lo aveva particolarmente arricchito. E, ultimamente, con la separazione dalla sua ultima compagna e qualche acciacco di troppo, aveva deciso di trasferirsi sulla terraferma, nel capoluogo di provincia Nampula, cercando sempre di arrabattarsi nell’ambito delle consulenze. L’ultima volta che era tornato a Rovigo era il 2018. Era venuto per salutare la mamma Graziella, la sorella Sabrina e gli amici. Gli stessi che in questo momento piangono la sua prematura scomparsa alla fine di un percorso di vita tanto breve quanto intenso.

Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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