In Polesine calano le imprese locali ma salgono quelle condotte da immigrati: sono ormai un decimo del totale

Domenica 10 Dicembre 2023 di Francesco Campi
Crescono le imprese gestite da immigrati, specie nell'edilizia

ROVIGO - A contrastare il calo delle imprese c’è l’aumento del numero delle attività nelle mani di imprenditori nati all’estero. In Polesine, il numero delle imprese a conduzione straniera è cresciuto del 3,2% rispetto al 2022, arrivando a 2.243 e avvicinandosi a rappresentare una fetta ormai pari ad un decimo di tutte le attività, il 9,9% del totale. Una crescita superiore rispetto alla media regionale, del 2%, anche se l’incidenza rispetto al totale delle aziende resta inferiore a quella media del Veneto, l’11,4%. E le “imprese straniere polesane” rappresentano solo il 4,6% delle “imprese straniere venete”. Meno rapida, invece, la crescita del numero degli imprenditori stranieri, che in Polesine salgono a 2.836, il +2,4% rispetto al 2022, valore pur sempre superiore alla media veneta, pari all’1,9%. Limitata pure l’incidenza degli imprenditori stranieri rispetto alla platea degli imprenditori attivi in Polesine, che arriva all’8,7%. Leggermente più bassa anche la fetta rispetto al totale degli imprenditori stranieri attivi in Veneto, il 4,3%. Interessante, però, notare come il numero di imprenditori non italiani rispetto al totale degli imprenditori attivi in Polesine sia quasi coincidente con la quota di stranieri residenti in provincia di Rovigo, l’8,6%. Quasi a confermare che la propensione all’imprenditoria non varia a seconda delle origini geografiche.

PIÙ IMPRENDITORI STRANIERI

Aldilà dei numeri, quello che emerge dalla fotografia scattata dalla Fondazione Leone Moressa sulla situazione al terzo trimestre 2023, a partire dai dati del sistema delle Camere di Commercio, è che l’imprenditoria di marca straniera sta diventando sempre più prominente: nell’ultimo anno gli imprenditori immigrati in Veneto sono cresciuti di quasi il 2% a fronte di un calo del 0,4% degli imprenditori autoctoni. Oltre un quinto degli imprenditori immigrati in Veneto si concentra a Verona, 14.261, ma l’incidenza sugli imprenditori totali, mediamente al 10%, raggiunge il picco massimo a Venezia, 11,9%. Nell’ultimo anno gli imprenditori immigrati sono aumentati in tutte le province venete, ad eccezione di Treviso (-3,3%) e Belluno (-2,3%); l’incremento maggiore si registra a Padova, +4,4%.

PRESENZA FEMMINILE

Gli imprenditori immigrati in Veneto si occupano principalmente di commercio, servizi e costruzioni: questi tre settori insieme rappresentano il 70% degli del “pacchetto”. Il settore con la più alta presenza di imprese straniere è l’edilizia, con oltre un’impresa straniera ogni cinque, il 21,4%. La presenza femminile tra gli imprenditori in Veneto si attesta al 27,4% tra i nati in Italia mentre è al 29,3% tra i nati all’estero. Nell’ambito dei Paesi dell’Est Europa la presenza femminile è molto accentuata, superando il 60% per i nati in Russia, Polonia e Ucraina. A proposito di Paesi, i primi due per numero di imprenditori immigrati in Veneto sono Cina, 9.012, e Romania, 7.646, che insieme rappresentano un quarto degli imprenditori stranieri in Veneto. Nell’ultimo anno le comunità con gli aumenti più significativi sono state Kosovo (+15,2%), Moldavia (+11,4%), India (+9,7%) e Albania, (+8,3%). Stabili invece Cina e Marocco, cala la Nigeria.

BILANCIA DEMOGRAFICA 

A livello provinciale, i Paesi dai quali arriva il maggior numero di imprenditori attivi in Polesine sono Romania e Marocco. Complessivamente al 1. gennaio scorso tra Adige e Po figuravano 19.658 residenti non italiani, 701 in più rispetto ad un anno fa; 469 hanno ottenuto la cittadinanza e sono diventati italiani. Non hanno la cittadinanza tricolore, ma sono nati in Polesine nel corso del 2022, 227 bambini, che fanno da contraltare ai 30 stranieri che invece si sono spenti e, soprattutto, contrastano il calo di nascite e l’invecchiamento della provincia. Tornando agli aspetti economici, nel 2022 i contribuenti polesani non nati nella Penisola sono stati 14.817, l’8,30% di tutti i contribuenti provinciali. Seppur con redditi mediamente inferiori a quelli degli italiani, il volume totale di redditi è stato pari a 180 milioni di euro, con 24 milioni di Irpef versata.
 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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