L'Iras a un passo dalla messa in liquidazione, la Uil si appella al presidente Zaia

Martedì 28 Febbraio 2023 di Francesco Campi
La sede dell'Iras a a Rovigo, nel quartiere di San Bortolo

ROVIGO - Il baratro per l’Iras, di conseguenza per Casa Serena, sembra sempre più vicino. La scelta del Comune di impugnare il decreto firmato il 27 dicembre scorso dal commissario straordinario dell’Iras, Tiziana Stella, ha fatto scendere il gelo nei rapporti istituzionali.

Facendo apparire più concreta la possibilità che tutto si fermi e che si arrivi alla messa in liquidazione dell’Iras. L’ultima parola è affidata alla giunta regionale che già oggi potrebbe prendere una decisione, mentre lo stesso commissario Stella pare decisa alle dimissioni, come già un mese fa, quando aveva poi deciso di rimanere al proprio posto nella speranza che gli ostacoli fossero stati superati.

SITUAZIONE PRECIPITATA
Nuovi, però, ne sono sorti, come appunto il fatto che quanto contenuto nel decreto del 27 dicembre sia stato ritenuto ostativo dal Comune che ha deciso di ricorrere al Tar. Nonostante, poche ore dopo il turbolento incontro di giovedì scorso in Prefettura, il commissario Stella avesse provveduto a firmare un nuovo decreto per così dire “interpretativo” del precedente, che ha spiegato di non poter ritirare perché base di ulteriori atti, nel quale ha chiarito i punti evidenziati con preoccupazione dal sindaco Edoardo Gaffeo e dal segretario comunale Alessandro Ballarin. In particolare, che le ricostruzioni dei verbali della conferenza dei servizi non erano un riconoscimento di un debito da parte del Comune, ma solo un’indicazione del punto di incontro economico, poi trovato a 3.127.505 euro, e come il non aver avviato un procedimento di recesso unilaterale dalla convenzione di Casa Serena. Tuttavia, nell’atto il commissario chiariva che questo era fatto «auspicando che il Comune desista dal presentare ricorso al Tar». Auspicio caduto nel vuoto. Anche se, va detto, il Comune ha solo notificato il ricorso alla controparte, per stare nel termine dei 60 giorni previsti e per depositare il ricorso, che al momento è ancora solo virtuale, ha un mese. Quindi c’è tempo per arrivare alla firma dell’accordo, che nell’incontro in prefettura del 16 febbraio, quando tutto sembrava risolto, era stata indicata come possibile entro l’8 marzo. Possibile lo sarebbe ancora.

SINDACATI
Motivo per cui Cristiano Pavarin della Uil Fpl si rivolge al presidente della Regione: «Ci appelliamo direttamente al presidente Luca Zaia. Ancora non è passato un anno da quando, in occasione del suo passaggio a Rovigo per la presentazione del suo libro, ci aveva rassicurato dicendo che la prospettiva della liquidazione non era nemmeno da immaginare. Ora ha in mano la possibilità di scongiurare davvero, con un ultimo decisivo sforzo, questa ipotesi che, invece, sembra prepotentemente tornata a farsi strada. Salvi l’Iras, i suoi lavoratori, i suoi servizi. E non condanni Rovigo».
Pavarin, infatti, rimarca come «le trattative per la salvezza dell’Iras sembrano essere arrivate a un punto di rottura, ma per motivi politici prima che tecnici. Perché formalmente nulla impedisce di andare avanti secondo la linea tracciata e di arrivare alla firma dell’accordo, e di mettere a frutto gli sforzi evidenti che sono stati fatti dalla Regione, in particolare, negli ultimi mesi dal commissario regionale Tiziana Stella, per evitare il tracollo dell’Iras. È bene essere chiari. Da una parte c’è la salvezza dell’Iras, la più grande casa di riposo pubblica del Polesine, con una storia secolare e prospettive importanti che si potrebbero aprire in caso di messa in sicurezza dei conti, anche in ottica di coordinamento provinciale fra strutture pubbliche. Questo vorrebbe dire la messa in sicurezza dei circa 200 lavoratori, garantendo loro quella sicurezza mancata in questi anni. Analogamente per gli ospiti e i loro familiari, che in questi ultimi mesi hanno a loro volta vissuto le ultime vicende con non poca apprensione. Ma questo vorrebbe dire, inoltre, grazie all’accordo di programma faticosamente messo a punto, anche creare un nuovo polo sanitario e della formazione a Casa Serena, portandolo verso una dimensione di “Casa dello studente” che potrebbe essere un vanto per una città che troppo spesso si è trovata marginalizzata. Dall’altra parte, nel caso le trattative vengano interrotte, resterebbero solo macerie».

Ultimo aggiornamento: 07:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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