OCCHIOBELLO - È uscito dal carcere di Treviso il 72enne di Occhiobello Giorgio Zese, arrestato martedì scorso nell’ambito dell’indagine sull’esplosione dell’ordigno, la sera dell’8 novembre, davanti al supermercato Pam di via Zorzetto, nel cuore di Treviso, per la quale il 13 novembre è stato arrestato il 56enne bellunese Enrico Sorarù, per anni clochard a Treviso, dopo aver vissuto da emigrato in Germania.
Dopo aver inizialmente negato, il 56enne avrebbe poi ammesso di averla piazzata per vendetta verso il supermercato che l’aveva denunciato dopo averlo beccato a rubare all’interno. Le indagini sono poi arrivate, sembra per un biglietto trovato a Soraù, fino ad Occhiobello, a Zese e la perquisizione a casa del 72enne ha fatto saltar fuori, grazie al fiuto di Orso, il cane del Nucleo cinofili di Torreglia, un revolver calibro 6, senza matricola e con otto cartucce, nascosta in bagno, nonché dieci candelotti esplosivi con polvere da sparo e micce, in un armadio della taverna. Ieri si è celebrata, in videoconferenza, l’udienza di convalida dell’arresto di Zese, difeso dall’avvocato Giuseppe Tessarin, dello Studio Sacchetto&Tessarin di Porto Viro. Se l’arresto è stato ovviamente convalidato, la difesa ha avuto buon gioco nel chiedere ed ottenere l’alleggerimento della misura cautelare nei confronti del 72enne, per il quale il giudice per le indagini preliminari Pietro Mondaini ha ritenuto sufficiente la misura dell’obbligo di dimora. «Ovviamente siamo molto contenti – sottolinea l’avvocato Tessarin – e c’è molta soddisfazione per questo primo importante risultato che è stato ottenuto».
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