Esposto in Procura per la morte del 34enne Giacomo Magaraggia

Mercoledì 15 Settembre 2021 di Francesco Campi
Giacomo Magaraggia

ROVIGO - Il 30 ottobre sarà un anno dalla prematura e dolorosa scomparsa, ad appena 34 anni, di Giacomo Magaraggia. Secondo l’autopsia, richiesta dalla famiglia, si sarebbe trattato di una pericardite, ma non tutto è stato chiarito.

Anzi, proprio dal referto dell’esame autoptico sembrano essere emersi elementi ulteriori e controversi che hanno instillato nuove cupe e dolorose domande nel padre Roberto, uomo di cultura, giornalista e politico, nella madre Lucia Picanza, medico, e nel fratello Alberto, avvocato. È lo stesso Roberto Magaraggia a evidenziare che sulla morte del figlio, è stato presentato un esposto in Procura<WC>.<WC1> «Dopo dieci mesi di doveroso silenzio<WC>, anche sul mio blog, h<WC1>o affrontato quello che può definirsi il dolore più straziante che un genitore possa provare nel corso della propria vita, sopravvivere alla scomparsa di un figlio di 34 anni che godeva di ottima salute. <WC>Tr<WC1>a poco riprenderò le pubblicazioni.

Lo faccio anche per Giacomo, che era il mio primo lettore, deceduto <WC>a<WC1>l pronto soccorso rodigino, dopo poche ore dal ricovero d’urgenza deciso dal medico di famiglia. Mesi dopo la sua morte siamo venuti in possesso del referto autoptico dove era contenuta una affermazione <WC>verso la nostra famiglia <WC1>che ha moltiplicato il dolore già in essere. Abbiamo considerato scrupolosamente gli atti disponibili. Ci siamo rivolti a esperti per verificare le prime oggettive valutazioni del caso, presentando subito un primo esposto penale. Proseguendo le analisi degli accadimenti, quando i dubbi hanno lasciato spazio alla luce dei fatti, che potrebbero riguardare i comportamenti dei sanitari dell’ospedale, abbiamo deciso di agire. Perciò abbiamo incaricato i legali affinché intraprendessero azioni di accertamento di responsabilità. Si tratta, ora, di portare alla luce gli eventi, analizzandoli e sterilizzandoli da tutte le manovre che possono essere messe in atto. I morti, si dice, seppelliscono con loro anche eventuali errori o omissioni. Non in questo caso. Sarete puntualmente informati sugli sviluppi e gli esiti che seguiranno questa ricerca civile della verità. Ciò non significa invadere il campo altrui come inquisitore<WC>,<WC1> ma come attento esploratore usando tutti quegli strumenti che ci fornisce la democrazia. Sul mio blog verranno pubblicati tutti gli atti processuali. Infine, a nome mio e della mia famiglia, rivolgo un immenso ringraziamento per l’enorme affetto, la vicinanza e il sostegno che ci avete e ci state dimostrando».

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