L'Ascom: «Riaperture, penalizzati i locali senza dehor»

Martedì 13 Aprile 2021 di Roberta Merlin
L'Ascom: «Riaperture, penalizzati i locali senza dehor»

ROVIGO - Aprire solo gli esercizi pubblici che possono beneficiare di un plateatico? «Ingiusto e discriminatorio nei confronti dei bar e dei ristoranti che non hanno tavolini all'esterno». Il funzionario della Fipe-Ascom Bruno Meneghini non è d'accordo con l'ipotesi del Governo di dare il via libera, a partire dai primi di maggio, solo alle attività di ristorazione che dispongono di un cosiddetto estivo, prorogando dunque il divieto di consumazione all'interno del locale.


DISPARITÀ DI TRATTAMENTO
«Non è possibile pensare di chiedere a bar e ristoranti, dopo un anno di pandemia e mesi di stop, di tenere chiuso il locale alle porte dell'estate solo perché non si dispone di un plateatico, guardando oltretutto il proprio vicino lavorare tranquillamente all'esterno spiega Meneghini - Questa ipotesi è davvero la goccia che farebbe traboccare un vaso già saturo, la stanchezza e lo sconforto degli operatori, chiusi alla sera ormai da 6 mesi, non è più infatti contenibile».
Urgente, secondo il funzionario della Fipe, «un piano per le riaperture senza escludere chi ha o meno tavoli all'esterno».

Serve poi subito un calendario delle riaperture per permettere agli operatori di programmare la stagione anche in base ai potenziali flussi turistici. Una richiesta che stanno facendo da giorni gli stabilimenti balneari del litorale polesano e di tutto il Veneto. «Arrivati a questo punto spiega il funzionario dell'Ascom è ormai chiaro che l'andamento della pandemia si è aggravato anche con bar e ristoranti chiusi, segno che, evidentemente, dove vengono applicate le regole e i protocolli di sicurezza le possibilità di contagio sono molto basse. Alla luce di questi dati, ora più che mai, visto anche l'arrivo del caldo, è necessario un calendario delle aperture che dovranno interessare tutte le categorie e le attività fino ad oggi sacrificate: bar, ristoranti, cinema, discoteche e palestre. Via libera che dovranno essere graduali nelle modalità, ossia previa prenotazione e distanze di sicurezza, ma che non dovranno lasciare fuori chi ha un piccolo bar o una pizzeria senza lo spazio estivo».


RABBIA SOCIALE
Un'eventuale via libera solo ai dehors, secondo il numero uno dell'Ascom, potrebbe alimentare una sorta di rabbia sociale da parte degli operatori penalizzati che non riuscirebbero a reggere a livello economico anche una concorrenza dei colleghi più fortunati sul fronte degli spazi esterni. Senza contare l'impossibilità, per la maggior parte degli esercenti, di rimanere chiusi fino a giugno, senza all'orizzonte una data certa per la riapertura dei locali limitati entro quattro mura. Il decreto Draghi scadrà il 30 aprile, nel frattempo il Comitato tecnico scientifico sta mettendo nero su bianco tutti i possibili scenari sul fronte dei contagi e vaccinazioni da cui dipenderanno le aperture di bar, ristoranti, teatri, cinema, palestre e stabilimenti balneari.


STAGIONE ALLE PORTE
«Siamo già in forte ritardo rispetto alle altre nazioni spiega Meneghini - L'Italia non ha ancora un piano per l'estate, i turisti stanno prenotando all'esterno dove, al contrario, sono già partiti con il marketing delle isole Covid free. Da noi, invece, un turista fa fatica a prenotare perché gli operatori turistici non sanno quali regole ci saranno per soggiornare in Italia». E sul passaporto vaccinale, il funzionario chiarisce: «Ottima idea, ma non di certo fattibile quest'anno per aprire bar e ristoranti e alberghi, visto il basso numero di vaccinazioni. Di questo passo, è infatti improbabile si arrivi alla copertura entro giugno-luglio dalla fascia dai 30 ai 50 anni, dunque le strutture ricettive non possono certo aprire solo agli over 60, dal momento che a muoversi durante l'estate sono soprattutto le famiglie e i giovani».
Nel frattempo, in questi giorni si moltiplicano i casi di contagi familiari o in seguito a cene carbonare tra giovani. «Chiudono le pizzerie dove i giovani si possono incontrare rispettando le regole - conclude Meneghini -, ma i giovani si riuniscono comunque senza mascherina all'interno delle abitazioni dove è più difficile effettuare i controlli da parte delle forze dell'ordine».
 

Ultimo aggiornamento: 11:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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