Il Covid-19 fa altre due vittime, non vaccinate, e i ricoveri aumentano

Lunedì 10 Gennaio 2022 di Francesco Campi
La Terapia intensiva Covid di Trecenta

ROVIGO - Il virus continua a dilagare in Polesine e fa altre due vittime. A spegnersi due donne, entrambe non vaccinate, una 76enne di Porto Viro che si trovava ricoverata in Terapia intensiva, e una 63enne che era invece in Area medica ed era residente a Boara Pisani, che pur essendo in provincia di Padova, rientra comunque nella competenza territoriale dell’Ulss Polesana.
Nonostante una scia di lutti che non si interrompe, il numero di decessi ascrivibili al virus in questo momento è ancora decisamente inferiore rispetto ai numeri che si erano registrati nel dicembre e gennaio di un anno fa, rispettivamente 138 e 140, a fronte dei 28 di dicembre e dei 5 del mese in corso.

Quello che è senza precedenti e continua a crescere in modo esponenziale, è il numero dei contagi: ieri, infatti, ne sono stati accertati altri 840, facendo arrivare il totale dei primi nove giorni del 2022 a 6.521. Considerando solo l’ultima settimana, si tratta di 5.787 nuove positività. E per capire meglio la velocità di crescita del contagio, basti pensare che nella settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio erano stati “appena” 2.372, in quella dal 20 al 26 dicembre 1.012, in quella dal 13 al 19 770, in quella dal 6 al 12 704 e in quella dal 29 novembre al 5 dicembre, quando l’onda ha iniziato a innalzarsi, 588. Nel giro di un mese le positività settimanali sono decuplicate e mediamente, hanno fatto registrare un raddoppio da una settimana all’altra. Se il virus non dovesse cambiare rotta, la prossima settimana potrebbero saltar fuori 10mila contagi solo in Polesine.

IL TIMORE SCUOLA
Numeri stratosferici che si registrano alla viglia della riapertura delle scuole, con tutto quello che ne consegue. Non a caso lo stesso presidente della Regione Luca Zaia, come altri colleghi, non ha nascosto le preoccupazioni di fronte a un ritorno in aula in presenza che in un simile momento, rischia di avere un ulteriore effetto moltiplicatore. Fra l’altro, alla fine del primo lockdown, dal 9 marzo al 3 maggio 2020, i contagi accertati in Polesine erano stati in tutto 437. Meno di quanti oggi non ne saltino fuori un una mezza giornata. Le preoccupazioni di un contagio ormai senza controllo e senza che a livello di Governo, forse per operazioni politiche e personali, si prendano misure di contrasto.
A chiederle ormai sono i medici, che si stanno trovando nuovamente a fare i conti con ospedali strapieni come un anno fa e come speravano non avvenisse più. Perché effettivamente, a dispetto di chi nega anche la realtà cullandosi in vaneggiamenti da social, che il tasso di ospedalizzazione è crollato ed è una percentuale sempre più ridotta di contagiati a necessitare di un ricovero, ma una percentuale pur piccola di un numero che diventa enorme, produce a sua volta un numero assoluto grande.


Una cosa che ben si osserva anche in Polesine, dove i ricoverati sono saliti da 101 a 110 nonostante i due decessi, con sempre 8 pazienti in Terapia intensiva, ma quelli di Area medica e semintensiva passati da 57 a 67, quasi arrivati ai 72 posti attivati, senza contare i 9 pazienti su 9 posti in Malattie infettive a Rovigo, dove c’è anche un positivo in Chirurgia, e i 26 pazienti dell’ospedale di comunità Covid a Trecenta che occupano tutti i posti attualmente disponibili. Purtroppo il dato di saturazione ospedaliera si avvicina a quello di un anno fa. Nel bollettino del 9 gennaio 2021, si dava conto di “sole” 99 nuove positività, di due decessi e di 132 ricoverati. Va detto, però che erano ben 19 quelli in Area intensiva e che, allora, il numero di polesani in quel momento positivi era di 2.846.
Servirà a breve una nuova riorganizzazione generale, con ulteriori sacrifici. E mentre restano stabili a 68 i contagi nelle Rsa, i polesani attualmente positivi raggiungono quota 8.136.

Ultimo aggiornamento: 08:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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