ROVIGO - Il virus torna a seminare lutti in terra polesana. A spegnersi, un ottantenne altopolesano che si trovava ricoverato nell’ospedale Mater salutis di Legnago, dell’Ulss 9 Scaligera. Si tratta del 541. decesso ascrivibile al virus fra i residenti in provincia di Rovigo, anche se nel conto continua a figurare un decesso che non è direttamente riconducibile. In ogni caso, dopo i due decessi di fine ottobre, è arrivato anche il primo di novembre. Anche in questo caso si trattava di una persona molto anziana. L’età media dei pazienti Covid, infatti, sta tornando a crescere, dopo essere scesa drasticamente fra la primavera e l’estate.
Un dato che emerge chiaramente dall’analisi dei pazienti Covid in Polesine nel corso degli ultimi tre mesi.
TERZE DOSI
È anche per questo che ieri il direttore generale dell’Ulss Patrizia Simionato, insieme al direttore sanitario Alberto Rigo, al direttore amministrativo Urbano Brazzale e al direttore dei Servizi sociosanitari Paola Casson, hanno voluto fare il punto sulla situazione vaccinale e sull’andamento delle terze dosi che offrono una maggiore copertura alle persone più anziane, fragili, pluripatologiche e immunocompromesse. I primi a essere vaccinati e che proprio per questo, sembrano ora dover fare i conti con una diminuzione nella protezione dall’infezione.
«Il dato attuale - ha sottolineato Simionato - è di una copertura con almeno una dose dell’87,25% della popolazione polesana, mentre già l’84,8% ha completato il ciclo. Per quanto riguarda le terze dosi, ne abbiamo somministrate 6.637. Per novembre abbiamo messo a disposizione 10.865 posti per terze dosi e di questi, 6.284 sono stati prenotati e ne rimangono disponibili fino a fine mese 4.581. Stiamo mettendo in campo tutte le forze possibili e ripartiremo anche con le somministrazioni domiciliari per gli allettati, in collaborazione con i medici di medicina generale».
Al momento possono prenotarsi gli ultrasessantenni, le persone con “elevata fragilità” secondo le patologie indicate nella circolare ministeriale del 14 settembre e gli operatori sanitari e di interesse sanitario. Tuttavia, si può ricevere la cosiddetta dose booster dopo sei mesi dall’ultima somministrazione. La terza dose al momento viene effettuata per tutti con il vaccino Pfizer ed è prevista anche la simultaneità di somministrazione con il vaccino antinfluenzale.
STRUTTURE PROTETTE
Per quanto riguarda la residenzialità, ha rimarcato la dottoressa Casson, «partiamo da un dato importante: il 98,7% degli ospiti è vaccinato, ovvero la quasi totalità perché di fatto risultano non vaccinate solo le persone che per motivi particolari non sono risultate idonee a riceverlo. Abbiamo quindi messo in sicurezza le strutture e ora stiamo seguendo la scadenza dei sei mesi per le somministrazioni delle terze dosi. Abbiamo già vaccinato il 67% degli ospiti, mentre il 26,2% non sono al momento idonei perché non trascorsi sei mesi o per motivi di salute. Rimane quindi un 6% di ospiti da vaccinare, circa un centinaio, che raggiungeremo entro fine mese. Questo ci permette di sperare di poter passare un inverno più tranquillo rispetto a quello dello scorso anno».
Al momento, non a caso, non ci sono ospiti né operatori positivi. Per quanto riguarda, invece, gli operatori dell’Ulss, nelle prime due settimane di somministrazione già circa un terzo del totale ha prenotato e ricevuto la terza dose, seppur non obbligatoria.