Centri estivi a rischio, palestre "requisite" per il piano scuole aperte

Venerdì 7 Maggio 2021 di Roberta Merlin
Animazione estiva a Pincara

ROVIGO - I centri estivi della città quest’anno rischiano di saltare per mancanza di spazi. È un vero e proprio grattacapo quello che si trovano ad affrontare, in questi giorni, le associazioni e le polisportive del capoluogo, dopo avere ricevuto la notizia dal Comune di Rovigo di una ridotta disponibilità di spazi per organizzare l’animazione estiva. Quest’anno, infatti, la novità è l’iniziativa “Piano scuola estate 2021” del Ministero che prevede l’apertura dei plessi scolastici, dalle elementari alle superiori, fino a settembre per recuperare la didattica zoppicante della pandemia. 

NODO PALESTRE 
Il piano del Governo preclude, però, di fatto, le palestre delle scuole ad associazioni e parrocchie che si occupano da anni di organizzare il servizio alle famiglie. Molti degli impianti sportivi presenti nei quartieri serviranno infatti ai comprensivi per mettere a punto il piano scuole aperte da giugno a settembre. In questi giorni, i dirigenti scolastici si stanno organizzando con l’assessore all’Istruzione Roberto Tovo per stendere un programma delle diverse attività che verranno proposte agli studenti intenzionati a frequentare la scuola anche durante i mesi estivi.

Tra i banchi non si farà infatti solo didattica, ma sono previste attività ludico sportive e ricreative.

«Il bando del Comune per l’assegnazione degli impianti sportivi alle associazioni che organizzano i centri estivi mette a disposizione solo alcuni impianti come il polo natatorio, il palazzetto dello Sport e il pattinodromo escludendo tutti gli spazi e le palestre dei quartieri – spiega il presidente della Polisportiva Csi Sergio Sartori -. Stiamo dunque in grande difficoltà nell’organizzare le animazioni estive in città: ci mancano gli spazi. Cosa che, ad esempio, non sta succedendo nei comuni limitrofi dove le amministrazioni ci hanno comunque confermato l’uso degli impianti presenti per organizzare in tempo questo importante servizio». Tra le ipotesi al vaglio della Polisportiva, quella di spostare il centro estivo della Commenda, ad esempio, nel parco di Casa Serena. Palazzo Nodari si vede infatti costretto a riservare le palestre della città per il progetto scuole aperte, respingendo le richieste di spazio e contributi da parte di chi organizza i centri estivi che hanno già iniziato ad arrivare.

ALLARME PER I FONDI
«Ci hanno già detto che quest’anno non ci saranno fondi a disposizione – spiega Sartori – ed è un altro problema. Con il Covid sono aumentati i costi per fare fronte alle regole di sicurezza da rispettare, come abbiamo visto lo scorso anno. C’è poi la questione del prezzo dell’animazione; se andiamo troppo a ribasso il rischio è non trovare animatori con un budget ridotto, a discapito della qualità anche del servizio». 
La scorsa stagione i centri estivi hanno ricevuto dal Comune un contributo di circa 290 mila euro, di cui 170 mila provenienti dai fondi ministeriali destinati all’emergenza. Quest’anno però il ministero ha il suo piano per l’estate: didattica e sport a scuola fino a settembre, con uno stanziamento di 510 milioni (circa 18 mila euro per istituto). La cifra però, fanno i conti i dirigenti scolastici, potrebbe non bastare per affidarsi a personale esterno dal momento che la maggior parte dei docenti e del personale Ata ha anticipato la scelta di non lavorare in estate. 
Un’altra domanda se la stanno facendo, in questi giorni, le famiglie: manderò mio figlio a scuola fino a settembre dal momento che, oltretutto, il servizio è gratuito, oppure ai consueti centri estivi, dove la socialità è garantita, al costo di una piccola retta? «Non so quanti bambini saranno contenti di rimanere in classe tutta l’estate – commenta Sartori - avrebbe avuto un senso per i ragazzi delle superiori, ma elementari e delle medie, in Veneto, hanno sempre frequentato».

Ultimo aggiornamento: 07:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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