Sfruttava i lavoratori nei campi, imprenditore nei guai per caporalato

Martedì 12 Marzo 2019 di Marco Aldighieri
Una immagine di archivio di indagini sul caporalato
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ROVIGO Un imprenditore agricolo marocchino di 29 anni, da tempo in Italia e residente in provincia di Rovigo, è finito nei guai per i reati di sfruttamento del lavoro e impiego di manodopera clandestina. In una parola sola per caporalato. Indagato in contemporanea dalle procure di Padova e di Venezia, è stato raggiunto nei giorni scorsi da una misura cautelare emessa dal Gip euganeo che di fatto gli impedisce l’esercizio dell’attività della sua impresa agricola. Insomma, non dovrebbe più riuscire a sfruttare i suoi connazionali nei campi.
 
Tutto è iniziato grazie al coraggio di due marocchini: ridotti in schiavitù hanno avuto la forza di ribellarsi e di rivolgersi ai carabinieri. Sono così scattate le indagini da parte dei militari del Nucleo ispettorato del lavoro di Venezia. Gli inquirenti hanno effettuato una serie di appostamenti vicino ai terreni agricoli dove i nordafricani venivano sfruttati. I carabinieri per avere una visione più ampia di quanto stava accadendo, hanno anche utilizzato un elicottero per effettuare fotografie e filmati dall’alto. I lavoratori in “nero” hanno potato le vigne in alcuni appezzamenti nei comuni di Montegrotto, Monselice, Battaglia Terme, Agna e Bagnoli di Sopra. Mentre in provincia di Venezia sono stati visti all’opera nella località Venier di Cavarzere. Ma le indagini da parte delle procure di Padova e di Venezia sono solo all’inizio.
Gli operai ridotti a schiavi, cinque marocchini di età compresa tra i 18 e i 35 anni due dei quali sono privi del permesso di soggiorno, erano impiegati per la potatura delle vigne nel periodo tra il mese di maggio 2017 e maggio 2018. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri venivano sfruttati per oltre 10 ore al giorno, senza mai poter usufruire dei riposi settimanali e delle ferie, e soprattutto senza aver sottoscritto un regolare contratto di lavoro venivano retribuiti con soli 5 euro l’ora. Le indagini hanno accertato che addirittura alcuni di loro non sono mai stati retribuiti. In particolare durante una delle ispezioni nel campo situato a Cavarzere, gli inquirenti hanno trovato alcuni contadini marocchini irregolari sul territorio nazionale ridotti in condizioni degradanti e senza alcuna protezione come invece prevede il lavoro sui campi. 
I carabinieri sono riusciti a dimostrare come il marocchino di 29 anni, titolare dell’impresa agricola con sede in provincia di Rovigo, abbia approfittato dello stato di bisogno e della situazione di vulnerabilità dei suoi dipendenti disposti a tali condizioni dietro la speranza del rinnovo o del rilascio del permesso di soggiorno. Inoltre, sempre secondo l’accusa, l’uomo d’affari li ha ingannati facendolo loro credere di ottenere un rapporto di lavoro regolare. Così, raggirando i suoi connazionali, è riuscito a impiegare nordafricani anche privi del permesso di soggiorno e a sfruttarli. Dalle indagini è anche emerso che spesso “prestava” questa manodopera a basso costo ad altre piccole aziende agricole sempre di proprietà di marocchini. Le prove raccolte nei mesi di indagine contro l’imprenditore agricolo di 29 anni ha permesso al Gip di emettere la misura cautelare dell’interdizione dell’esercizio dell’attività di impresa agricola della durata di 12 mesi, al fine di evitare la reiterazione del reato da parte dell’uomo d’affari marocchino. Lo stesso imprenditore è stato inoltre sanzionato con un provvedimento amministrativo che implica il pagamento di 17 mila euro, per la riscontrata presenza di personale in “nero” e adesso rischia una condanna da 5 a 12 anni di carcere. I carabinieri, appena sono scattate le indagini, hanno coinvolto il numero verde anti-tratta del Comune di Venezia, con una attività congiunta multi-agenzia ormai consolidata per i militari ispettori del lavoro, per l’assistenza e la protezione delle vittime, ottenendo una maggiore disponibilità alla collaborazione da parte dei lavoratori sfruttati.
Ultimo aggiornamento: 09:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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