La "guerra delle bottigliette", famiglie contro il Comune che non dà l'acqua

Giovedì 15 Ottobre 2020 di Guido Fraccon
MENSA A SCUOLA L'acqua portata da casa è la proposta fatta dal Comune ai genitori che mandano i figli alla mensa

ADRIA  Palazzo Tassoni ha provato a fare la cosiddetta cresta sul servizio mensa. L’amministrazione comunale ha tentato di risparmiare sulle bottigliette d’acqua da mezzo litro, ma i genitori dei bambini delle scuole primarie che usufruiscono del servizio pasti a scuola, hanno fatto valere le loro ragioni e costretto il Comune alla retromarcia con un esborso di 5mila euro. Lo si evince da una nota, del 2 ottobre, inviata al sindaco Omar Barbierato e ai due dirigenti scolastici Maria Chiara Olimpia Schiavone e Arianna Vianello dai genitori referenti dei plessi scolastici Vittorino da Feltre, Edmondo De Amicis e Leonardo da Vinci. 
«Solo il 24 settembre per l’Istituto Comprensivo Adria Uno e il 25 settembre per Adria Due - spiegano - siamo venuti a conoscenza che il 28 settembre sarebbe partito il servizio mensa scolastica, prevedendo l’utilizzo da parte dei bambini di bottiglietta e borraccia propria, da portare di casa». Ben altra cosa secondo i genitori prescrive invece il fascicolo predisposto dall’Ulss 5 Polesana con riferimento al protocollo quadro “Rientro in sicurezza e altre fonti normative”. 
IL PROTOCOLLO
«Al punto numero tre - precisano i genitori - si prevede esattamente che sul vassoio ci deve essere una bottiglietta di acqua e il pane». Per loro far portare l’acqua da casa ai loro figli sarebbe stata una cosa complicata: «Molti bambini - sottolineano - devono partire sin dal mattino con lo zaino contenente, oltre al materiale scolastico, la merenda e l’acqua per la giornata. A ciò si deve aggiungere anche l’acqua per il pasto. Si va così ad aumentare il peso e il volume dello zaino». 
Il rischio per la salute è elevato: «Dal momento che si tratta di bambini delle scuole primarie - dicono - esiste il rischio che la bottiglia o la borraccia di apra all’interno dello zaino allagando tutto il suo contenuto. Durante il tragitto dall’aula alla mensa inoltre le bottiglie potrebbero scivolare e rompersi. Una volta cadute sul pavimento, anche se integre, verrebbero a contatto con una superficie non igienizzata. Non è inoltre possibile la distribuzione al tavolo di bicchieri o il riempimento di borracce da fonte esterna». 
LA RICHIESTA 
Da qui la richiesta di rivedere la situazione, prevedendo la distribuzione di bottigliette all’interno del vassoio. «Siamo ovviamente a disposizione- concludono i genitori - a un incontro per valutare le modalità di risoluzione del problema». L’amministrazione, n linea con le misure imposte per il contenimento del Covid-19 ha sostenuto, spalmandolo su tutta la comunità, l’aumento delle spese di adeguamento del servizio pubblico scolastico, sia riguardo il servizio mensa che il trasporto pubblico dello scuolabus per un importo intorno ai 95mila euro. Cifra che tiene conto dell’integrazione oraria del personale che incide per circa 52mila euro, un maggior costo sull’uso dei vassoi che ammonta a oltre 13mila euro. A ciò vanno aggiunti i costi della sanificazione, altri 5mila euro, e 20mila euro per l’aumento del servizio scuolabus. Soldi ai quali dopo la presa di posizione dei genitori sono aumentati di altri 5 mila euro per l’acqua.
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