Sequestro da 1,2 milioni di euro contro i "furbetti" del Bonus facciate

Giovedì 3 Agosto 2023
Finti lavori per il bonus facciate, società rodigina nei guai
ROVIGO - La Guardia di Finanza di Rovigo ha eseguito, all’esito di complesse indagini finanziarie coordinate dalla Procura della Repubblica di Rovigo, un sequestro preventivo finalizzato alla confisca, nei confronti di una Srl rodigina, per l’importo di circa 1,2 milioni di euro. L’ipotesi accusatoria è che si tratti di provento di riciclaggio di illeciti profitti derivanti dalla creazione – e successiva cessione – di bonus edilizi non dovuti e, in particolare, del cosiddetto bonus facciate

L’INDAGINE 

L’indagine finanziaria è la prosecuzione delle attività investigative che, nello scorso maggio, hanno portato all’esecuzione di misure cautelari personali di tre indagati e al sequestro di oltre due milioni per il reato di truffa aggravata e autoriciclaggio nei confronti di indagati che hanno agito attraverso lo schermo di tre diverse società, dopo aver confezionato deleghe apocrife a firma di ignari proprietari di immobili.
Le indagini, che allo stato hanno riguardato oltre trenta unità immobiliari in dieci province, attestavano l’esecuzione di lavori in realtà mai eseguiti ottenendo la generazione di fittizi crediti d’imposta, che venivano trasferiti a favore delle predette società, indicate quali prime cessionarie; la finalità era “monetizzare” prontamente l’operazione. Una volta ottenuto il pagamento mediante bonifico bancario dei crediti da parte dell’ente pubblico che li acquistava, il denaro veniva fatto confluire sui conti correnti della società intestata a uno dei due prestanome.
Il procedimento è in fase di indagini preliminari. Le indagini finanziarie hanno consentito di ricostruire il meccanismo attraverso cui il denaro che confluiva sui conti correnti del prestanome veniva trasformato in contanti e intascato dall’amministratore di fatto della società senza, ovviamente, che lo stesso comparisse in alcuna transazione. 

IL MECCANISMO 

Il meccanismo si realizzava, infatti, mediante l’utilizzo di una terza società, realmente operante e attiva, che riceveva mediante bonifici e assegni il denaro da quella del prestanome, giustificandolo attraverso vendite in realtà mai avvenute e documentate con fatture create apposta, e faceva uscire il corrispondente importo in contanti (decurtato da “provvigioni”) diretto all’amministratore di fatto. Sono state così ravvisate le ipotesi di autoriciclaggio per gli amministratori di diritto e di fatto della società monetizzatrice dei falsi crediti nonché l’ipotesi di riciclaggio per la Srl terza che ne ha consentito la trasformazione e restituzione in contanti. La stessa Srl è stata denunciata per i reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonché autoriciclaggio.
 
Ultimo aggiornamento: 15:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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