Allarme al Tribunale: magistrati che chiedono il trasferimento, avvocati che lasciano la professione

Venerdì 4 Novembre 2022 di Francesco Campi
Udienza al tribunale di Rovigo

ROVIGO - Per due giorni Rovigo capitale degli avvocati di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, con un appuntamento che accende i riflettori anche sulle difficoltà dei legali polesani. Mentre sul futuro del nuovo Tribunale che dovrà essere realizzato nell’ex questura non arrivano novità, dagli avvocati del Foro rodigino si leva nuovamente un proprio grido di dolore sulla situazione dell’universo giudiziario polesano. Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Rovigo, Enrico Ubertone, mette il dito nella piaga: «Processi penali che ripartono daccapo come nel gioco dell’oca perché nel frattempo è cambiato il magistrato, cause civili che arrivano a sentenza dopo essere passate per le mani anche di quattro diversi giudici. E un ufficio Unep (Notifiche esecuzioni e protesti) con carenze di organico del 50% che si trova sull’orlo del precipizio. La situazione del Tribunale di Rovigo non è dissimile da molte altre sedi venete, ma patisce più di altre il fatto di essere considerata una sede di passaggio».

DUE GIORNI DI STUDI

Le dichiarazioni di Ubertone arrivano alla vigilia della “due giorni” rodigina degli avvocati del Nordest che inizierà oggi pomeriggio a Palazzo Manfredini, con un convegno sul Nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, per terminare sabato mattina a palazzo Roncale con l’assemblea dell’Unione Triveneta dei consigli dell’Ordine degli avvocati, presieduta da Alessandra Stella. «Registriamo in Tribunale un abbattimento del contenzioso - spiega il presidente Ubertone - ma Rovigo patisce il fatto di essere una sede di passaggio e non molto ambita. Arrivano i magistrati di prima nomina che poi, legittimamente, chiedono il trasferimento magari a Padova o Bologna. Purtroppo nel settore penale quando cambia il magistrato, si deve ricominciare. Alcune delle fasi del processo restano salve, ma nel momento in cui si apre il dibattimento e c’è già stata l’audizione dei testimoni, se cambia il magistrato, è necessario ripartire: vale la regola per cui il giudice che sente i testimoni deve essere il medesimo che emette la sentenza. Nel settore civile, invece, l’avvicendamento dei magistrati crea un contesto di incertezza. Perché, per esempio, il primo magistrato ammette alcune prove, poi ne arriva un altro che la pensa diversamente, spiazzando le parti: il problema del Tribunale di Rovigo non è la carenza di organico dei magistrati, a un livello fisiologico, ma il loro frequente avvicendamento per cui nel civile, si arriva a sentenza in cause seguite anche da quattro magistrati diversi».
In questo momento la “scopertura” della pianta organica dei giudici è pari a due posti vacanti, 14 giudici a fronte dei 16 previsti. Più pesante la situazione sul fronte dei magistrati ordinari, che sono 5 rispetto a una previsione di 8. Ancora peggio sul fronte del Giudice di pace dove i posti coperti sono meno della metà, 2 su 5. Pesantemente sotto organico anche il personale amministrativo. All’Unep, dove la carenza arriva al 50%, secondo Ubertone «siamo sull’orlo del precipizio, perché se l’atto da notificare rientra tra quelli considerati urgenti, si riesce in qualche modo a procedere, se non rientra nella categoria “urgente” vengono fissati appuntamenti con tempi lunghissimi, e magari nel frattempo il debitore si rende irreperibile».

TOGHE IN FUGA

Queste difficoltà si riflettono sulla professione e nota Ubertone, «vediamo molti avvocati che cambiano mestiere: una volta accadeva che gli addetti agli uffici giudiziari ambissero alla laurea in giurisprudenza per avviare poi uno studio legale, oggi è l’esatto contrario perché ci sono a Rovigo molti avvocati che iscritti all’albo anche da parecchi anni, chiudono lo studio per fare il concorso per un posto di personale di cancelleria. E non parliamo di lavori dirigenziali. Cresce così il numero delle cancellazioni dall’albo e per la prima volta stiamo scendendo sotto la soglia dei 500 iscritti. Una questione che incide anche sul numero dei componenti che andranno a formare i futuri consigli dell’Ordine: 11 se l’ordine supera i 500 iscritti, 9 se al di sotto di questa soglia».
 

Ultimo aggiornamento: 07:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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