Trasfusioni con sangue infetto:
stop agli indennizzi. Subito ricorso

Sabato 31 Ottobre 2015
Trasfusioni con sangue infetto: stop agli indennizzi. Subito ricorso
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PADOVA - (gla) Dallo scorso giugno Ulss 16 di Padova e Regione Veneto hanno sospeso il pagamento dell’indennizzo concesso alle persone affette da gravi patologie, tra cui epatiti e altre malattie, contratte a seguito di trasfusioni con sangue infetto.



E così, dopo mesi di attese vane e di solleciti senza effetto, 92 malati hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Venezia, nel quale chiedono di verificare la sussistenza dei reati di rifiuto di atti d’ufficio e interruzione di servizio di pubblica utilità, nonché di procedere nei confronti delle persone eventualmente ritenute responsabili, sia nel’ambito dell’amministrazione regionale che dell’Ulss 16 di Padova, delegata dalla Regione ad erogare ogni bimestre l’assegno fissato in 750 euro.

«L’indennizzo è un atto dovuto non ritardabile - scrivono i legali dei malati, gli avvocati Roberto Loffredo e Massimo Dragone - Deve essere effettuato tempestivamente allo scadere di ogni bimestre per garantire assistenza e sostentamento ai danneggiati da malattie post trasfusionali, in linea con quanto sancito dalla Costituzione».



Nell’esposto viene precisato che, in molti casi, il diritto all’indennizzo è stato sancito da sentenze della magistratura già passate in giudicato e si fa riferimento ad una sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo che, nel 2013, ha stabilito il diritto all’integrale pagamento dell’indennizzo stabilito dalla legge 2010 del 1992. Ora sarà la Procura a dover avviare gli accertamenti per accertare se siano stati commessi reati. Precisa la risposta dell’assessore Luca Coletto: «Quegli indennizzi sono a carico dello Stato, che non versa più un euro dal 2012».
Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 09:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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