Bici Pinarello non è un caso isolato, anzi. Il Veneto infatti è al secondo posto in Italia dopo la Lombardia per investimenti dall'estero.
La fotografia del recente report di Infocamere evidenzia come nella classifica per numero di aziende partecipate da capitali stranieri il Veneto si colloca al secondo posto (668 aziende, soprattutto Pmi) dietro la Lombardia (oltre 2000 aziende) e sopra l'Emilia Romagna (559 aziende). Quarto il Piemonte con 533 aziende. Poi molto distaccate Toscana e Lazio. Delle 668 aziende industriali con presenza straniera, 475 sono quelle nelle quali un singolo azionista estero ha la maggioranza assoluta. «In realtà sono numeri molto contenuti e significativamente depressi rispetto al vero potenziale di attrattività del tessuto di imprese venete commenta Voltolina un territorio che, certificano gli ultimi dati di Confindustria, vanta oltre 18.000 Pmi. Una vera risorsa ad elevatissimo potenziale». Gli investimenti stranieri puntano sempre più alla modalità "expansion", ovvero la partecipazione di minoranza.
I FRENI
«Mentre altre modalità di investimento sono in calo nel primo semestre l'expansion - osserva Voltolina - ha generato 210 milioni: poco, pochissimo, ma in aumento del + 13%. Uno spiraglio che indica la strada su cui bisogna investire, unitamente a una cultura del lungo periodo. Ma ci sono problemi: strutture di governance che poggiano su norme troppo complesse e obsolete, un sistema giudiziario tra i più lenti in Europa, "vecchi" capitani d'impresa che non sono riusciti a costruirsi una solida successione. Burocrazia e politiche economiche stravolte a ogni cambio di governo».
«Se allarghiamo il campo anche al settore immobiliare e nel commercio, le imprese con capitali esteri in Veneto sono più di 2mila - osserva Minello, fondatore anche del centro ricerca trevigiano Econlab Reasearch Network -. Il Veneto è un'area dove il tasso di rendimento degli investimenti esteri è più elevato, soprattutto negli ultimi anni: in media un 20% in più anche rispetto alla Lombardia. Questo grazie alla qualità dell'ecosistema imprenditoriale, all'innovazione delle aziende e alla formazione nel territorio». La tendenza si accentuerà? «Credo di sì, anche perché Paesi come India e Cina vengono percepiti come più rischiosi per problemi geopolitici».
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