Silicon Valley, tour nel pensatoio del mondo

Lunedì 13 Febbraio 2017 di Maurizio Dianese
Silicon Valley, tour nel pensatoio del mondo
Chi ha figli in cerca di futuro deve fare un giro nella Silicon Valley. Che non è solo la sede di aziende come Google o Apple, Airbnb e Facebook che valgono ognuna qualche centinaio di miliardi in euro, ma un vero e proprio centro di ricerca. Qui in tutti i settori si sta cercando di costruire il nuovo mondo. E ci sono due possibilità per aprire la porta che conduce al futuro, la prima è quella di dedicare almeno sei mesi a contattare tutte le aziende che si giudicano importanti per vedere se è possibile organizzare una visita in sede, l'altra possibilità è affidarsi a qualcuno che lo fa di mestiere. Italiani di frontiera fa esattamente questo. Roberto Bonzio, ex giornalista prima del Gazzettino e poi della Reuters, cinque anni fa ha mollato tutto e, innamorato della Silicon Valley, ha deciso di trasformare la passione in un lavoro. E lui fa esattamente questo, ti conduce per mano nelle aziende, ti fa parlare con gli amministratori delegati e con i tecnici, ti spiega come e perchè la Silicon Valley è diventata il pensatoio del mondo. Fino ad ora Roberto Bonzio ha realizzato decine di viaggi con imprenditori e manager in collaborazione con Paolo Marenco che invece organizza questi viaggi per un numero selezionato di studenti universitari - ma ultimamente ha deciso di aprire un fronte anche familiare. Vuol dire che ha portato un gruppetto di padri e madri con i rispettivi figli ed ha fatto fare loro lo stesso giro che fanno i manager. E tutti sono tornati entusiasti genitori e figli - perché è veramente un tour di una settimana nel futuro.

Perché qui, a due passi da San Francisco, ci sono decine di migliaia di persone, 20 mila solo nelle tre università di San Francisco, che vengono pagate... per pensare. Roberto Bonzio ti aiuta ad incontrare le più significative e si tratta di gente che sforna idee in continuazione. Molti sono italiani. Si incontrano ricercatori che stanno provando a costruire un computer quantistico applicato alla ricerca spaziale - la Nasa ha un centro di ricerca a San Francisco - oppure una app per quelli che vedono la partita di calcio da soli e vogliono entrare in contatto sonoro con altri tifosi. Anche Google é un pensatoio, che lancia progetti e sperimenta soluzioni. Molte soluzioni vengono abbandonate a metà strada, come é successo per i Google glass, gli occhialini magici in grado di trasferire la realtà sulla retina, ma quel che conta è l'idea. Che qui regna sovrana.

La Silicon Valley infatti è la capitale mondiale delle innovazioni e qualcuna prima o poi entrerà prepotentemente nella nostra vita così come è successo per gli smartphones. La differenza rispetto alle nostre università è innanzitutto la quantità  - di soldi e di persone coinvolte nell'ideazione -  e le relazioni che intercorrono tra università sia pubbliche come Berkley e San Francisco che private come Stanford, e il mondo delle imprese. Senza le università non sarebbe nata la Silicon Valley. Basti dire che Hewlett e Packard si laureano a San Francisco e poi si spostano sulla East Coast e vengono riportati a San Francisco a colpi di assegni milionari. E' la Bank of America fondata da un italiano, Amadeo Giannini- che li sponsorizza nella realizzazione della prima calcolatrice tascabile, negli anni Cinquanta. Da allora la Silicon Valley è un concentrato di ottimismo. Il concetto base è che se c'è l'ha fatta lui posso farcela anche io. Ecco, Bonzio fa anche questo, rivisita i luoghi comuni e fa in modo che gli italiani riflettano sulle potenzialità che hanno e che soprattutto gli americani riconoscono loro e che buttano via. Ecco perché un giro nella Silicon Valley per una giovane ha la stessa funzione di un viaggio sull'ottovolante delle idee, è un giro che stappa la mente e consente di aprirsi a nuove prospettive. Di studio e di lavoro.
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