Scuole venete senza prof, Celada: «Ormai serve l'autonomia in Veneto»

Venerdì 13 Settembre 2019 di Raffaella Ianuale
Scuole venete senza prof, Celada: «Ormai serve l'autonomia in Veneto»
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VENEZIA - «Se non si fa una pianificazione territoriale non si esce da questa situazione. Bisogna chiedersi: quanti professori mancano in Veneto? E sulla base di questi numeri indire concorsi trovando un modello che soddisfi le nostre esigenze». Augusta Celada, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto, dopo un mese d'agosto passato in ufficio assieme ai suoi collaboratori per permettere l'avvio dell'anno scolastico, parla di un inizio con alcuni punti di forza che riguardano l'arrivo dei nuovi dirigenti scolastici e punti di criticità che sono la mancanza di stabilità del personale e le segreterie pesantemente sotto organico. Convinta, comunque, che da lunedì le scuole venete saranno a regime.
 
Direttore, quando parla di pianificazione territoriale viene in mente l'autonomia.
«Ma certo, noi non possiamo continuare ad aspettare che a livello nazionale manchino docenti. Non possiamo rimanere con le graduatorie esaurite in attesa che in Campania, per fare un esempio, rimangano senza insegnanti. Affermare che c'è bisogno di una pianificazione territoriale mi sembra un'ovvietà. Poi a me non importa chi farà i concorsi, ma sono convinta che bisogna trovare un modello nuovo, più agile e che sia pensato in modo tale da non prestarsi a ricorsi su ricorsi».
Conferma i 9mila docenti precari nelle nostre scuole?
«Molte graduatorie sono esaurite, questo non significa però che le cattedre rimarranno vuote. Abbiamo circa un 35-40 per cento del personale docente che non è stabilizzato, ma siamo su cifre ben più basse rispetto a quelle degli anni Novanta quando i precari nelle scuole raggiungevano soglie del 70 per cento».
C'è stato qualche ritardo con le graduatorie?
«Diciamo che la promessa di fare tutto in anticipo rispetto al primo giorno di scuola non è stata mantenuta. Ma è questione solo di qualche giorno, le scuole già ora hanno le graduatorie di istituto e da lunedì tutti i posti saranno assegnati. Quest'anno la situazione è stata comunque agevolata perché il ministero dell'Istruzione aveva anticipato le operazioni di mobilità del personale».
Malgrado questo c'è stata la corsa degli ultimi giorni?
«Quest'anno abbiamo avuto l'insediamento di 264 nuovi dirigenti scolastici, che sono stati un importante acquisto, ma si sono trovati a fare procedure di avvio anno che non avevano mai fatto prima arrivando dalla docenza. Tra l'altro con le segreterie con carenze gravi di personale».
Perché le segreterie sono così sotto organico?
«La vera situazione allarmante degli istituti veneti sono proprio le segreterie, su 600 scuole 240 sono prive dei direttori amministrativi. Sono stati sostituiti da segretari facenti funzione, ma una situazione che era già critica è stata aggravata dai nuovi pensionamenti. Le famiglie, magari, sembrano non essere toccate da questo problema, ma garantisco che il lavoro delle segreterie è fondamentale per il buon funzionamento delle scuole».
Quanto incide l'impossibilità di coprire i posti di chi è andato in pensione con quota 100?
«I posti rimasti liberi, per il personale della scuola andato in pensione con quota 100 (circa la metà dei 1900 pensionamenti di quest'anno ndr), non sono stati resi disponibili per assunzioni in ruolo, ma sono stati tutti coperti da personale con contratto a termine».
In ogni caso non ci sarebbero nemmeno stati i docenti da mettere in ruolo?
«Manca la stabilizzazione del personale, ma i posti vengono tutti assegnati. Finché non ci saranno concorsi non possiamo avere insegnanti da mettere in ruolo. I concorsi sono indispensabili, perché li prevede la Costituzione, sul come si fanno poi ritengo sia necessario trovare un modello più veloce che, ripeto, parti dalla pianificazione fatta sul territorio, cioè dalle esigenze che abbiamo in Veneto».
In questo rientrano anche gli insegnanti di sostegno?
«Anche qui, ribadisco, abbiamo dato tutte le deroghe, quindi i ragazzini avranno l'insegnante di sostegno che però non avrà il titolo di specializzazione, perché di specializzati in Veneto non ce ne sono più. Ora ci sono i nuovi corsi universitari, che sono stati anche incrementati rispetto agli anni scorsi, e avremo quindi cinquecento nuovi insegnanti di sostegno con specializzazione, ma sono poca cosa rispetto alle esigenze del Veneto».
Le famiglie possono stare tranquille?
«Certo, tutti i posti, verranno occupati da insegnanti. Ripeto è un problema di stabilizzazione, quindi saranno docenti precari, ma già da lunedì tutte le cattedre saranno coperte».
Raffaella Ianuale
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Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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