Rsa e ospedali, visite con il Green pass «Il tampone? Da valutare con cautela»

Lunedì 23 Agosto 2021
La stanza degli abbracci, una delle misure adottate dalle Rsa
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VENEZIA L'ultima parola spetta alla singola struttura.

Ma l'indicazione generale della Regione, per il tramite di una circolare diffusa dal ministero della Salute, è di favorire il più possibile in Veneto le relazioni dei familiari con gli ospiti delle case di riposo e con i degenti negli ospedali attraverso il Green pass. Stop dunque al tampone indiscriminato in aggiunta alla certificazione verde: «Si raccomanda di valutare tale misura precauzionale con la massima cautela onde evitare che possa rappresentare una limitazione non giustificata al diritto di visita».


LA CONFUSIONE

Malgrado le prescrizioni normative, la confusione sul tema è notevole. Ieri un lettore ha segnalato al Gazzettino la registrazione di una telefonata al centralino dell'ospedale di Conegliano, da cui pareva che un infortunato dovesse esibire il Green pass anche per sottoporsi a una radiografia. Dopo una verifica, in realtà, l'Ulss 2 Marca Trevigiana ha precisato che si è trattato di un'incomprensione e si è scusata per l'equivoco. Per contrastare disguidi come questi, nei giorni scorsi Francesca Russo, direttore regionale della Prevenzione, ha diramato a tutte le Ulss e alle categorie interessate «chiarimenti in merito alle misure organizzative volte a garantire, in sicurezza, il diritto di visita» all'interno delle strutture residenziali e ospedaliere. 


LE CONDIZIONI

Il documento riguarda le visite ai ricoverati e le eventuali uscite temporanee degli anziani e dei disabili. In via preliminare vanno tenute in considerazione «le condizioni dell'ospite (età, fragilità, stato immunitario) e del visitatore nonché le caratteristiche della struttura stessa e le mutabili condizioni epidemiologiche (proprie della struttura e del suo territorio di ubicazione e del territorio di provenienza del visitatore o del territorio di destinazione dell'ospite in uscita)». In seconda battuta, però, il direttore sanitario «può adottare misure precauzionali più restrittive necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione». Dunque le regole possono cambiare a seconda del nosocomio o dell'istituto.


L'ASSISTENZA

In linea di massima, comunque, agli accompagnatori dei pazienti non affetti da Covid «è consentito di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti d'emergenza e accettazione e dei reparti di pronto soccorso». Nel caso di disabili certificati gravi, è «sempre consentito prestare assistenza, anche nel reparto di degenza». Per i malati Covid, invece, è in corso l'istruttoria per «l'adozione di uno specifico protocollo». Nelle residenze sanitarie assistenziali, il familiare con Green pass va accolto «tutti i giorni della settimana anche festivi, garantendo al contempo che la visita si svolga in un tempo congruo al bisogno di assistenza di durata possibilmente sino a quarantacinque minuti». Affinché le relazioni possano avvenire «nel rispetto della necessaria riservatezza, è auspicabile che il personale incaricato della verifica del rispetto dei protocolli sanitari operi con la necessaria discrezione, sorvegliando i locali in cui si svolgono gli incontri senza la necessità di un controllo per ciascuna visita». In caso di uscita temporanea, l'ospite vaccinato può rientrare senza isolamento, «se non in casi particolari rimessi alle decisioni delle direzioni sanitarie».
 

Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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