«Rientro degli emigranti: per noi italiani all'estero le direttive sono un caos»

Sabato 5 Dicembre 2020
Monica Ferro, originaria di Malo, lavora nel settore informatico a Londra
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C'è un altro Veneto, fuori dal Veneto. E tra quei 5 milioni di emigranti, o loro discendenti, molti erano abituati a rientrare nella loro terra di origine per le festività. Ma su questo Natale pende l'incognita delle regole per l'arrivo dall'estero, che il dpcm disciplina con relativa chiarezza per i turisti, ma non altrettanto per i cosiddetti expat. In queste ore i gruppi social degli italiani all'estero sono un calderone di amarezza e ansia per l'incertezza normativa, che si riversa anche sulle pagine istituzionali di ambasciate e consolati, le quali spesso rimandano a loro volta alle aziende sanitarie e alle autorità portuali, in un cortocircuito di indicazioni parziali e contrastanti. Eloquente è la testimonianza di Monica Ferro, vicentina di Malo, ma da dieci anni a Londra, che ha contattato Il Gazzettino per sollevare pubblicamente il problema.

IL NUMERO VERDE Il suo caso riguarda appunto la Gran Bretagna, ma segnalazioni di istruzioni contraddittorie arrivano anche dalla Germania, dove numerosi ad esempio sono i gelatai bellunesi e trevigiani.

Racconta ad ogni modo Monica: «Il dpcm non dà indicazioni chiare. Ho provato a chiamare il numero verde della Farnesina, ma anche loro mi hanno detto che non hanno informazioni precise e di richiamare tra qualche giorno per vedere se hanno disposizioni più chiare. La situazione ha del grottesco. Nessuno ha capito se c'è obbligo di tampone prima della partenza o se c'è possibilità di tampone all'arrivo, se bisogna fare la quarantena oppure no e, se sì, per quali periodi. Si è parlato solamente dei vacanzieri e di chi decide durante il periodo natalizio di andare all'estero per turismo. La situazione di noi espatriati è ben diversa». IL SITO Ieri il ministero degli Esteri ha cercato di fare ordine sulla questione, in una lingua più comprensibile del burocratese con cui è stato inesorabilmente scritto il decreto, pubblicando sul proprio sito prescrizioni e casistica. Così è stato precisato che dal 21 dicembre al 6 gennaio, quanti provengono dai Paesi dell'elenco C (di cui fa parte anche il Regno Unito) «sono soggetti non a obbligo di test ma a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria per 14 giorni». Però poi, fra gli esempi concreti, si legge che «il cittadino italiano residente in Belgio (altro Paese dell'elenco C, ndr.) che deve rientrare in Italia per comprovati motivi di lavoro deve sottoporsi in ogni caso a test molecolare o antigenico». Vale quindi anche per la vicentina Ferro e gli altri veneti in Inghilterra, che però tornerebbero non per lavorare bensì per visitare i parenti? «So benissimo che non è una decisione delle Regioni sottolinea ma considerando che l'Italia ha 5 milioni di emigrati e che il Veneto è una delle prime, vorrei chiedere al presidente Luca Zaia di fare pressioni al Governo per avere delle risposte chiare sulle modalità di rientro per gli espatriati».

LA SPERANZA Monica lavora per un'azienda di software per la gestione delle strutture ricettive, occupandosi dello sviluppo del prodotto per il mercato italiano. «Per tutto il primo lockdown ricorda ho evitato qualsiasi viaggio in Italia, per non mettere a rischio i miei genitori. Sono riuscita a tornare ad agosto, grazie anche agli allentamenti, e nuovamente a inizio novembre per un viaggio di lavoro, presentando tampone negativo all'arrivo. Ho dovuto però fare 14 giorni di isolamento al mio rientro nel Regno Unito, visto che il corridoio è chiuso e qui non fanno tamponi all'arrivo in aeroporto. Le restrizioni Covid in Gran Bretagna sono sicuramente più blande che in Italia. Da giovedì hanno riaperto pub e ristoranti fino alle 22, non c'è mai stato impedito di uscire e purtroppo, sebbene la mascherina sia obbligatoria, tantissime persone non la mettono, nemmeno in metropolitana. Ora c'è una ventata di speranza portata dall'approvazione, da parte dell'Mhra (l'agenzia regolatoria del farmaco, ndr.), del vaccino Pfitzer/Bionthech. Sembra inizieranno a vaccinare la categorie più a rischio già dalla prossima settimana». Ma intanto c'è la preoccupazione per le vacanze di Natale. «Nessuno qui assicura la vicentina ha la pretesa di tornare senza controlli o misure di sicurezza, anzi. Quello che vorremmo avere sono delle linee guida chiare su come muoverci, per poterci organizzare per tempo». Angela Pederiva

Ultimo aggiornamento: 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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