​La Pedemontana Veneta vale più del Passante: «Corrisponde a un punto e mezzo di Pil nazionale»

Venerdì 7 Febbraio 2020
La Pedemontana Veneta vale più del Passante: «Corrisponde a un punto e mezzo di Pil nazionale»
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«La Pedemontana Veneta, un'opera che vale un punto e mezzo di Pil nazionale ed è il principale cantiere autostradale del Paese, non è solo una questione trasportistica e non solo locale ma rappresenta, per la nostra regione, una rivoluzione che avrà effetti anche superiori a quelli ottenuti dal Passante di Mestre». Ne è convinto Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Imprese Veneto che, in occasione dell'avvio ieri, in Seconda commissione consiliare regionale, delle consultazioni sul nuovo Piano Trasporti del Veneto, torna sull'importanza dell'opera e soprattutto sulla strategicità delle opere complementari, anche quelle meno prossime.

LA RETE
La Pedemontana andrà a servire l'area industriale più importante e più urbanizzata del Veneto (37 i miliardi di PIL prodotti), mettendo in sicurezza la mobilità nel territorio e realizzando collegamenti veloci tra Vicenza (110 mila abitanti) e Treviso (85 mila), lungo un percorso nel quale si incrociano una serie di città e centri produttivi di media e grande dimensione: Montecchio Maggiore, Arzignano, Valdagno, Schio, Thiene, Cittadella, Bassano del Grappa, Castelfranco, Vedelago, Montebelluna, Paese, Villorba. «A 20 minuti di distanza dai caselli della Pedemontana vivono più di 1 milione di persone - spiega Bonomo -, sono insediate 90 mila unità locali e lavorano circa 380 mila addetti. Il che è come dire che vive e lavora nei dintorni di quest'area più di 1 persona su 5 del Veneto. È una partita di un'intera comunità, strategica per il mercato del lavoro delle nostre imprese. Ciò che si realizzerà è la messa in rete del sistema di città medie e piccole che si sviluppa tra Vicenza e Treviso compresi i due capoluoghi di provincia». C'è però una condizione, secondo Bonomo: «Dobbiamo fare in modo che l'opportunità non si trasformi in un boomerang facendo funzionare l'inserimento della arteria nel territorio che dovrà essere adeguato e funzionale a questo nuovo scenario. Si deve intervenire su tutti gli eventuali colli di bottiglia anche apparentemente lontani».

UN ALTRO PEZZO
A giorni si aprirà un nuovo tratto, approvato dalla Giunta regionale a fine anno, tra Malo e Breganze, che farà scendere la percorrenza dagli attuali 20 minuti a 6 (meno di un terzo). A opera conclusa i tempi che si abbatteranno saranno moltissimi: sulla tratta Montebelluna-Bassano si dimezzeranno (da 40 minuti a meno di 20). Tra Montebelluna e Conegliano, Asolo e Portogruaro, Bassano e Mestre si ridurranno di un terzo e così via. «Non si tratta quindi solo - conclude Bonomo - di trasporto ma di una messa in rete di città tra le quali far viaggiare velocemente idee, progetti, business, persone e merci il cui impatto va oltre la nostra Regione e coinvolge tutto il Nord Italia. Un passo concreto di recupero di quel gap infrastrutturale che ci stava facendo perdere competitività rispetto all'Emilia Romagna e ci avvicina a Milano nella logica del nuovo triangolo industriale. Avvicinare Bassano a Treviso oppure Vicenza a Montebelluna è un miglioramento che interessa tutti ed in primis le nostre Piccole e Medie Imprese ed i loro lavoratori».

LE INCOMPIUTE
Alle audizioni in Seconda commissione del consiglio regionale è intervenuto anche il sindacato dei lavoratori. Ilario Simonaggio della Cgil ha fatto presente che il precedente Piano dei Trasporti risale al 1990: «Dopo trent'anni servirebbe un'analisi per valutare i tre fallimenti della Regione Veneto, non tanto per gettare la croce addosso a qualcuno, quanto per capire per quali motivi l'Sfmr, il Sistema fluviomarittimo e il biglietto unico non sono stati realizzati. E, si badI bene, sono interventi e opere che ancora oggi servono». La Cgil ha posto l'accento anche sulla mancanza di una riflessione, all'interno del Piano dei Trasporti, sul lavoro: «Non può essere che si parli solo di binari, strade, infrastrutture, il tema del lavoro umano va affrontato». Simonaggio ha spostato infine l'attenzione sulla montagna: è vero che il Veneto attende i Mondiali di sci di Cortina e poi nel 2026 le Olimpiadi, ma a detta della Cgil il Piano Neve va rifatto: «Non ha senso continuare a realizzare impianti di risalita in tutti i Comuni magari solo per accontentare i sindaci - ha detto Simonaggio - Le strutture vanno concentrate per ridurre il consumo del suolo, senza contare che lo zero termico nel mese di gennaio è salito a oltre 3mila metri».
Ultimo aggiornamento: 13:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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