Pil, il Nordest corre veloce come la Germania, il Sud arranca

Giovedì 27 Giugno 2019 di Giusy Franzese
Pil, il Nordest corre veloce come la Germania, il Sud arranca
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 Il Nord-est viaggia spedito ai livelli del resto dell'Europa e come la Germania (+1,4%), il Centro e il Nord-Ovest si muovono con qualche difficoltà, il Mezzogiorno arranca e a stento riesce a mantenere il motore al minimo. È questa la fotografia scattata dall'Istat dell'andamento del Pil 2018 nell'Italia ripartita per grandi zone geografiche. Un'istantanea che ci riporta al profondo divario tra Nord e Sud del Paese, che aumenta anno dopo anno. E ormai, purtroppo, si dà quasi per scontato. Persino gli economisti dell'Istat, nel testo di accompagnamento ai dati non si meravigliano più di tanto, anzi nel descrivere una crescita «piuttosto disomogenea sul territorio» aggiungono un inciso: «come di consueto». Una situazione che rende sempre più urgente una particolare attenzione della politica economica e industriale a favore del Mezzogiorno, molto più incisiva di quanto fatto finora.
TRE VELOCITÀ
E allora vediamola questa Italia a tre velocità. A fronte di un Pil che a livello di media nazionale nel 2018 è cresciuto dello 0,9% (stima preliminare), l'area compresa tra Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna (il Nord-Est appunto) ha messo a segno un pregevole +1,4%. Un risultato raggiunto soprattutto per le più che buone performance dei settori agricoltura (+3,6%) e dell'industria (+3,2%). Molto bene anche il valore aggiunto del settore che comprende commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+2%). Ha ripreso a camminare anche il settore delle costruzioni (+1,6%).
Quello che è sempre stato il punto forte del Sud, l'agricoltura, nel 2018 invece ha rappresentato una zavorra. Clima e Xylella hanno devastato molte piantagioni, soprattutto di olive. Il risultato del Pil nell'intero settore agricolo è stato un disastro: -2,7%. L'industria ha confermato la sua atavica debolezza (+0,4%); commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni hanno ovviamente patito un sistema economico fermo e tutti insieme hanno realizzato +0,6%. Stessa sorte per i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+0,7%).
LE COSTRUZIONI
L'unico settore che ha ripreso a correre è quello delle costruzioni (+4,1%), ed è solo grazie a questo buon risultato che il Mezzogiorno nel suo complesso ha realizzato una crescita del Pil dello 0,4%. Non è nemmeno un terzo di quanto realizzato nel Nord-Est.
Restano invece vicinissimi alla media nazionale le aree del Nord-Ovest e del Centro, entrambe con incrementi del Pil pari allo 0,8%. Anche in questo caso è l'agricoltura a mostrare la performance migliore (+4,7%), ma variazioni positive si registrano pure nell'industria (+2,9%) e nelle costruzioni (+2,7%).
Ovviamente anche sul fronte occupazione (misurata in termini di numero di occupati) la situazione presenta dinamiche molto diverse. Nel Nord-Est, dove addirittura c'è carenza di manodopera, gli occupati sono cresciuti dell'1,1%. Nelle regioni del Nord-ovest e in quelle del Centro la crescita è dello 0,9% in linea con la media nazionale. Nel Mezzogiorno, che già soffre di una disoccupazione altissima, l'incremento si è fermato allo 0,7%.
Il Sud non ha ancora recuperato i posti di lavoro persi durante la crisi: rispetto al 2008 l'occupazione è sotto del 4% che in numeri assoluti significa 260.000 posti di lavoro in meno.
L'Istat ieri ha reso noto anche il rapporto deficit/Pil della Pa nel primo trimestre di quest'anno che si è attestato al 4,1%. Nello stesso periodo del 2018 era del 4,2%. Il leggero calo dell'incidenza del deficit sul Pil è dovuto ad una dinamica tendenziale delle entrate (+1,6%) un po' superiore rispetto a quella delle uscite (+1,4%).
Giusy Franzese
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Ultimo aggiornamento: 19:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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