Lega: Marcato in corsa per l'Ue Barbisan, da espulso a sospeso

Giovedì 9 Novembre 2023 di Alda Vanzan
Lega: Marcato in corsa per l'Ue Barbisan, da espulso a sospeso

VENEZIA - Da quattro europarlamentari veneti ad appena due. Nelle peggiori delle ipotesi, addirittura uno solo. È così che nella Lega sta prendendo piede l'ipotesi di candidare tutti i possibili cacciatori di preferenze pur di ribaltare i pronostici: l'ultimo sondaggio dà il Carroccio sotto il 10%, i pessimisti temono vada ancora peggio. In vista delle elezioni Europee del 9 giugno 2024 il partito sta dunque sondando le disponibilità dei consiglieri regionali a candidarsi, con l'obiettivo appunto di alzare il risultato. Con il rischio, però, di non riuscire più a controllare il flusso di preferenze personali. Dei quattro eurodeputati uscenti il veronese Paolo Borchia, la veneziana Rosanna Conte, il trevigiano Gianantonio Da Re, la padovana Paola Ghidoni - il partito avrebbe deciso di fare quadrato su Borchia.

Da Re non si ricandiderà, Ghidoni pare abbia poche chance, spera nel bis Conte. Ma molto dipende da chi sarà in corsa e da come si spalmeranno le preferenze: a Padova viene dato in corsa l'assessore regionale Roberto Marcato, a Treviso si parla del vicesindaco Roberto Manera, a Vicenza del presidente dell'assemblea legislativa Roberto Ciambetti. Ma si fanno anche i nomi di altri consiglieri regionali come la trevigiana Sonia Brescacin e il vicentino Nicola Finco. Quest'ultimo, poi, entrato anche nel totonomi per la carica di sindaco di Bassano del Grappa. Non sarebbe nemmeno l'unico a essere tentato dalle prossime elezioni comunali: raccontano che a Montecchio Maggiore ci sia un pressing per far tornare Milena Cecchetto in municipio. Da sindaco. L'altra incognita per le Europee è che se il Friuli Venezia Giulia farà un eletto, alla Lega del Veneto mancheranno i cosiddetti "resti" per conquistare uno scranno (per il più ottimisti il terzo, c'è chi teme il secondo). Per questo l'orientramento è candidare tutti quelli che possono portare voti.


MUNICIPI
Delle elezioni amministrative del prossimo anno nei 24 Comuni veneti con più di 15mila abitanti e quindi potenzialmente chiamati al ballottaggio la Lega parlerà lunedì nel direttivo regionale convocato dal segretario Alberto Stefani. Sei i Comuni guidati da sindaci leghisti: Cadoneghe e Monselice nel padovano, Paese e Vittorio Veneto nel trevigiano, Bassano del Grappa e Montecchio Maggiore nel vicentino. Tutti sindaci ricandidabili, anche se a Vittorio Veneto Antonio Miatto ha annunciato che si ritirerà, mentre a Montecchio Gianfranco Trapula potrebbe dover cedere il posto alla consigliera regionale Cecchetto. Un solo capoluogo di provincia, Rovigo, oggi amministrato dal centrosinistra, ma a detta della Lega contendibile. Fatto sta che il combinato disposto Europee e Amministrative rischia di cambiare l'assetto del consiglio e della giunta regionale: dipende se, oltre a Elena Donazzan e Daniele Polato di FdI, spiccherà il volo per Bruxelles anche il leghista Roberto Marcato, per non dire poi delle incognite Finco e Cecchetto alle Comunali. Ci sarebbero così da sostituire due assessori, il vicepresidente vicario del consiglio, una consigliera.


SANZIONI
All'ordine del giorno del direttivo di lunedì anche la campagna tesseramento (al momento 10mila iscritti con l'obiettivo di aumentare il numero da qui a fine anno), la "gazebata" del 18 e 19 novembre, la manifestazione federale a Firenze del 3 dicembre, l'apertura di due nuove sezioni. E poi la vicenda di Fabiano Barbisan: il segretario regionale della Lega-Liga veneta ha previsto la ratifica dell'espulsione del consigliere regionale reo di aver pronunciato in televisione parole che il partito ha ritenuto inaccettabili («I ragazzotti neri forse alle donne piacciono perché hanno un'altra dote sotto»), tanto che Stefani l'ha buttato fuori senza neanche convocarlo. Barbisan si è scusato («Quelle mie parole non rappresentano né i miei valori, né, soprattutto, il pensiero del movimento e del gruppo al quale appartengo») e adesso l'espulsione potrebbe essere derubricata a sospensione. Lunga, magari di un anno, ma una volta espiata la colpa il consigliere potrebbe chiedere di rientrare nel partito.

Ultimo aggiornamento: 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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